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Unimpresa: occupazione in salita, ma aumentano i contratti precari

Sul fronte del lavoro, l’occupazione aumenta, superando i 24 milioni di occupati, con una crescita dell’1,5% nel 2024 e un tasso complessivo di occupazione che vendita al 62,2%, ma questa tendenza positiva è controbilanciata da un utilizzo ancora eccessivo di forme contrattuali precarie: l’84% delle nuove attivazioni resta a termine e un contratto su tre dura meno di un mese.

Mercato e Lavoro

Crescita debole, consumi stagnanti, lancio in frenata, ma potere d’acquisto ancora lontano dai livelli pre-crisi. Il 2025 dell’economia italiana si apre all’insegna di una ripresa troppo lenta per essere sostenibile. E il mercato del lavoro, pur in miglioramento quantitativo, continua a mostrare segnali di fragilità strutturale».

È quanto emerge da un’analisi del Centro Studi di Unimpresa, secondo cui il prodotto interno lordo italiano crescerà nel 2025 in un range compreso tra lo 0,7% e lo 0,9%, confermando il rallentamento della domanda interna e il venir meno dell’effetto trainante del Pnrr.

"La spesa per consumo delle famiglie resta debole, mentre gli investimenti fissi lordi sono in calo, penalizzati da condizioni finanziarie ancora restrittive: i tassi d’interesse elevati continuano a frenare l’accesso al credito, in particolare per le piccole e medie imprese.

"I dati mostrano un’Italia che cresce, ma troppo lentamente, con un mercato del lavoro polarizzato tra occupazione stabile e segmenti ad alta rotazione, e con forti squilibri territoriali e demografici. Servire un intervento strutturale per rafforzare la produttività, sostenere gli investimenti, e legare in modo sistemico la crescita occupazionale alla qualità del lavoro e alla formazione professionale. Senza una vera strategia nazionale di rilancio, il rischio è che il Paese si adagi su una stagnazione prolungata, mascherata da indicatori di superficie positivi ma incapaci di produrre sviluppo reale e duraturo" commenta il direttore generale di Unimpresa, Mariagrazia Lupo Albore.

Secondo il Centro studi di Unimpresa, il dato sull’inflazione, stimato all’ 1,3% su base annua, rappresenta una discesa significativa rispetto ai picchi del 2022-2023, ma non è ancora sufficiente a restituire pienamente il potere d’acquisto eroso nell’ultimo biennio. IO orari salariali contrattuali cresceranno nei media del 3,1% , ma rimane uno scarto di circa 11,7 punti percentuali rispetto all’acquisto cumulato precedente, rendendo la ripresa salariale solo parziale. Il mercato del lavoro mostra una crescita dell’occupazione dell’1,5% nel 2024, con oltre 24 milioni di occupati e un tasso di occupazione al 62,2% . tuttavia, il precariato resta diffuso : l’ 84% delle nuove attivazioni nel 2024 riguarda contratti a tempo determinato e 1 contratto su 3 ha una durata inferiore ai 30 giorni. Il tasso di inattività rimane elevato, soprattutto tra le donne (42,4%) e nel Mezzogiorno (43,9%), confermando le difficoltà di inclusione di ampie fasce della popolazione attiva. Allarmante anche il dato sulla cassa integrazione guadagni , che nel 2024 ha raggiunto 9,5 ore ogni mille ore lavorate , in aumento rispetto alle 7,7 ore del 2023 , segnale di una produttività discontinua e di un sistema industriale ancora vulnerabile agli shock. Sul fronte della produttività, infatti, il rapporto segnala una flessione del 2,5% nel 2023 , cui fa seguito una sostanziale stagnazione nel 2024, a causa dell’aumento delle ore lavorate (+2,7%) non accompagnato da un corrispondente aumento del valore aggiunto (+0,2%).

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