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A Catania il futuro dei chip europei

Sarà nell'Etna Valley una delle linee di produzione pilota finanziate dal Chips Joint Undertaking europeo. La guiderà il CNR.

Tecnologie

Il progetto europeo Chips Joint Undertaking, che mira a rafforzare l'ecosistema europeo della produzione di semiconduttori stanziando quasi 11 miliardi di euro entro il 2030, era stato finalizzato formalmente alla fine del 2023. Ora fa un importante passo in avanti, perché le varie proposte presentate dagli Stati membri per la realizzazione di linee di produzione pilota innovative per semiconduttori sono state analizzate e si è arrivati alla definizione dei progetti più convincenti. Ora il prossimo obiettivo - avviate le trattative con i quattro consorzi che hanno presentato i progetti - è firmare i relativi accordi nel corso del 2024.

Ciascuno dei quattro consorzi selezionati implementerà una delle quattro linee pilota previste e riceverà sovvenzioni per l'allestimento, l'integrazione e lo sviluppo dei processi e per le attività operative. Le linee pilota saranno finanziate congiuntamente dall'UE, dai programmi Horizon Europe e Digital Europe, dagli Stati membri e da contributi privati.

Come tutti i programmi JU, anche per ChipsJU l'idea di fondo è quella di usare fondi pubblici e privati per agevolare lo sviluppo di tecnologie innovative che non riuscirebbero ad essere sviluppate rapidamente seguendo le regole del solo mercato. Anche perché le imprese europee nella maggior parte dei casi non hanno le dimensioni e quindi la capacità di investimento delle controparti statunitensi e cinesi. Se l'Europa vuole avere un ruolo di primo piano - e una sua autonomia - nel mercato dei chip, le strategie sovranazionali sono indispensabili.

Lo sviluppo del Chips JU ci interessa perché una delle linee pilota sarà realizzata in Italia. Per la precisione a Catania, ad opera di un consorzio guidato dal CNR di Catania, individuato come candidato ideale grazie alla sua consolidata esperienza nella ricerca di settore. Gli altri partner italiani saranno la Fondazione Chips.IT di Pavia, la Fondazione Bruno Kessler e il consorzio interuniversitario IUNET.

La "pilot line" dell'Etna Valley riguarda la realizzazione di un sistema integrato per lo sviluppo delle tecnologie dei semiconduttori ad ampia banda proibita (WBG) per l'elettronica di potenza e a radiofrequenza (RF). Gli investimenti europei serviranno in particolare per potenziare le strutture già esistenti nel campo dei semiconduttori: in Italia “Beyond Nano”, nata nel 2020 dalla collaborazione tra CNR, Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), Regione Siciliana e STMicroelectronics. Ad essa si aggiungono infrastrutture presenti in Finlandia, Polonia, Svezia, Austria, Francia e Germania, in accordo alle roadmap delle diverse tecnologie microelettroniche.

La costruzione del centro di ricerca con il CNR, gli altri partner italiani ed europei e le aziende coinvolte dovrebbe iniziare nel 2025. Il costo complessivo del progetto è di 360 milioni di euro, equamente suddivisi tra fondi comunitari e fondi degli Stati partecipanti. L’Italia riceverà 212 milioni di euro: 106 provenienti dalla UE, 53 dal MUR e altrettanti dal MIMIT. Circa 190 milioni di euro sono destinati al CNR per la linea pilota.

L’infrastruttura realizzata nell'ambito del ChipsJU sarà poi "a disposizione del settore produttivo regionale e nazionale e svolgerà un ruolo abilitante per le piccole e medie imprese operanti nel settore della microelettronica, che potranno sviluppare dispositivi innovativi basati su nuovi materiali, con un potenziale innalzamento delle loro capacità di realizzazione di piccole produzioni a bassi costi”, ha spiegato Stefano Fabris, direttore del Dipartimento scienze fisiche e tecnologie per la materia del CNR. Vantaggi ci saranno anche per le grandi aziende, che potranno sperimentare nella linea pilota le tecnologie da inserire nei dispositivi di nuova generazione, e per il territorio in generale, grazie a un previsto impatto positivo importante su occupazione e indotto.

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