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Il parere di Dynatrace

Risponde Michelangelo Uberti, Field Marketing Manager, Italy di Dynatrace

Per la vostra percezione del mercato italiano, quali ritenete sia oggi la maturità delle aziende rispetto alle diverse opzioni cloud?

Recenti indagini hanno evidenziato che, seppur con un diverso grado di maturità, oltre il 90% delle organizzazioni fa ormai uso di tecnologie cloud-native. Per quanto concerne l’infrastruttura, la diffusione del modello ibrido è ciò che in Italia ha contribuito a superare l’iniziale diffidenza. Nonostante il ritardo accumulato, il nostro mercato sembra aver accettato il ruolo del cloud come portatore sano di agilità e innovazione: le organizzazioni cloud-first non sono più delle eccezioni e anche il multicloud non è più una prerogativa delle large enterprise.

Le opportunità, però, sono sempre accompagnate da sfide inedite: la complessità delle moderne architetture IT e la frequenza del cambiamento hanno reso improvvisamente inadeguati gli approcci e gli strumenti tradizionali. I team IT e di sicurezza sono quotidianamente sopraffatti da dati non correlati e non contestualizzati nonché da attività a basso valore aggiunto, e spendono buona parte del tempo per “far funzionare le cose”. Abbiamo riscontrato che molte realtà italiane stanno inoltre pagando le conseguenze di una scarsa pianificazione iniziale e di un abuso delle strategie lift&shift, che hanno vanificato molti dei vantaggi derivanti dall’adozione del cloud. Anche il mantenimento dei classici silos dipartimentali contribuisce a complicare la governance e la collaborazione tra business e IT. Sempre più aziende si affacciano sul mercato per trovare soluzioni e competenze che li aiutino a vincere le sfide della trasformazione digitale.

2 - La priorità per tutti i settori di attività e segmenti di mercato è sempre la stessa: riprendere il controllo prima di essere sopraffatti dalla complessità. I riscontri dei nostri clienti, unitamente alle evidenze di numerose ricerche globali indipendenti, ci hanno aiutato a impostare l’approccio che chiamiamo “Cloud done right” e che si basa su quattro pilastri: osservabilità, gestione dei dati, sicurezza applicativa e automazione. Tutto guidato da Davis AI, il motore di intelligenza artificiale alla base della piattaforma Dynatrace.

L’osservabilità end-to-end e full-stack consente di eliminare i punti ciechi che affliggono i moderni ambienti ibridi e multicloud. L’IA analizza i dati contestualizzati di osservabilità, sicurezza e performance, e fornisce ai team risposte precise sulle cause di eventuali anomalie, così da risolverle prima che impattino sugli utenti finali. L’identificazione automatica e continua delle vulnerabilità nelle librerie e nel codice delle applicazioni potenzia le pratiche DevSecOps e contribuisce a rilasciare più rapidamente software più sicuro. Infine, l’automazione intelligente restituisce risorse preziose da investire in ciò che più conta e allontana lo spettro del burnout. La disponibilità di un’unica fonte di verità e di una piattaforma aperta e personalizzabile, capace di rispondere alle esigenze dei diversi team, consente inoltre di semplificare la collaborazione ed eliminare quelle “war room” che generano più frizioni che soluzioni.

In questa evoluzione, quali esigenze principali esprimono le aziende e come vi proponete di soddisfarle?

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