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È arrivata davvero l’era dell’edge computing

Nel post pandemia, l'edge computing è una delle aree in cui stiamo osservando uno sviluppo particolarmente accelerato

L'opinione
L'edge computing esiste da decenni e con lo sviluppo della tecnologia e i passi da gigante della connettività, abbiamo avuto modo di notare casi d'uso e applicazioni in pressoché ogni aspetto della vita umana. Secondo il Gartner Hype Cycle 2020, l'edge computing sta per soddisfare il massimo delle aspettative, ma io ritengo che questo sia il prossimo passo importante per lo sviluppo della tecnologia, e con l'accelerazione delle implementazioni 5G in tutto il mondo quest'anno vedremo realmente l'edge computing arrivare alla sua maturità.

Tutte le transizioni tecnologiche avvengono a ondate e quello che stiamo osservando quest'anno è la convergenza di alcune trasformazioni davvero importanti che si stanno sommando. Probabilmente, il più grande catalizzatore è stata la pandemia globale. Da un punto di vista tecnologico, ha infatti determinato il più grande passaggio alla digitalizzazione che il mondo abbia mai visto finora. Interi settori sono stati rivoluzionati, mentre le imprese si affrettavano ad implementare la tecnologia necessaria per andare avanti. E’ sufficiente pensare alla didattica a distanza e allo smart working che ha coinvolto aziende di diversi settori.

Guarderemo al 2020 come a una pietra miliare nella trasformazione digitale dell'umanità. E l'edge computing è una delle aree in cui stiamo osservando uno sviluppo particolarmente accelerato. Si tratta essenzialmente di un paradigma informatico che porta l’elaborazione e il data storage più vicino a dove serve per migliorare i tempi di risposta e risparmiare consumi di banda.
mobile edge computing alteredSi presenta in molte forme - l'Internet delle cose (IoT), la convergenza IT/OT ecc - ma nella sua espressione principale riguarda il modo in cui la tecnologia può essere automatizzata per migliorare la nostra vita, come ad esempio l'utilizzo di sensori nei campi che aiutano gli agricoltori a tenere traccia della salute delle loro colture, macchine a guida autonoma che lavorano 24/7 nei siti minerari, fabbriche automatizzate che operano 24 ore su 24 con una supervisione umana minima, piccoli droni di cui i medici possono avvalersi per monitorare la salute dei pazienti: insomma le applicazioni sono limitate solo dalla nostra immaginazione.

Le implicazioni per l’infrastruttura IT

Cosa comporta tutto questo per l'infrastruttura IT? Quali aspetti devono esaminare i CIO o i CTO al fine di costruire un IT per le loro imprese che possa trarre vantaggio dall'edge computing distribuito? Ad esempio, questo determinerà lo sviluppo di un quantitativo di dati mai visto prima nella storia dell'umanità. Dove li memorizzeremo? Come li gestiremo? Come capiremo cosa è importante? IDC prevede che i soli dispositivi IoT genereranno quasi 80 Zettabyte di dati entro il 2025. E questa è solo la punta dell'iceberg.

L'edge computing determinerà un serio ripensamento in merito a come riprogettare i data center che dovranno essere fisicamente più vicini agli utenti e supportare l'elaborazione e le applicazioni di supporto decisionale che saranno più vicine al luogo in cui i dati vengono generati. Dovranno inoltre essere progettati per accogliere enormi moli di dati non strutturati ad alta velocità e dovranno essere costruiti su tecnologie cloud-native, come i container, per supportare una varietà molto più ampia di esigenze applicative.

Le sfide della data gravity determinate dalle applicazioni edge comportano che i dati debbano essere elaborati nell’edge e attraverso siti edge - è semplicemente troppo costoso oltre che proibitivo spostare i dati in una posizione centrale. Le applicazioni e l'infrastruttura necessarie per supportare tutto ciò devono diventare di natura più distribuita - segnando uno spostamento dell'elaborazione applicativa ad un core cloud che tenga in considerazione le edge location.
zucchetti wattsdatQuesta proliferazione di data center ridotti ma più agili evidenzia la necessità di velocità, flessibilità e semplicità operativa, in ogni location. Tuttavia, si presentano due sfide. In primo luogo, i siti edge sono di dimensioni contenute e spesso ce ne sono migliaia - quindi tutti i dati non possono essere presenti in ogni sito.

Si stanno sviluppando nuove architetture all’interno delle quali le applicazioni edge generano, memorizzano e interagiscono con i dati nell’edge, ma i siti edge sono strettamente abbinati ai data center principali con cui sincronizzano i dati già pre-elaborati. Questo richiede un'infrastruttura per supportare l'accesso e la gestione dei dati, così come la realizzazione e l'esecuzione di applicazioni in modo molto più distribuito.

In secondo luogo, anche le applicazioni edge vengono sviluppate in modo diverso - generalmente come microservice application in modo da poterle avviare/arrestare/scalare agevolmente man mano che gli utenti utilizzino o meno i servizi erogati direttamente nell’edge. Poiché i siti edge sono di dimensioni contenute, ogni applicazione non può avere i propri server o storage dedicati, bensì tutti devono condividere l'infrastruttura. La containerizzazione aiuta a risolvere questo problema consentendo alle applicazioni di essere facilmente avviate e arrestate, con un tempo di esecuzione limitato dall'accesso dell'utente o del dispositivo ad una particolare cell tower o ad un edge data center ed eseguite in modo nativo su un'infrastruttura eterogenea condivisa.

Dove porta tutto questo?

Siamo arrivati ad un punto incredibilmente avanzato dello sviluppo tecnologico e l'edge computing distribuito sta offrendo un contributo notevole nel determinare traguardi prima irraggiungibili, offrendoci l’opportunità di cambiare il modo in cui interagiamo con il mondo. In sinergia con tecnologie anch’esse in fase di sviluppo, come ad esempio il 5G, l'intelligenza artificiale e la realtà aumentata, ci stiamo dirigendo verso un mondo in cui ben presto potremmo abbandonare interfacce tradizionali, come tastiere e mouse, per avvalerci unicamente della nostra voce o persino dei gesti per controllare i dispositivi. Siamo quindi in procinto di vivere un cambiamento epocale nel modo in cui andremo ad interagire con la tecnologia: un approccio affascinante e alla portata di tutti.

Umberto Galtarossa è Partner Technical Manager di Pure Storage
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