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Database MySQL, NoSQL: un confronto da archiviare

L'approccio relazionale di cui MySQL è campione dovrebbe essere stato "pensionato" da quelli più recenti. Ma la storia dei database non è così semplice.

L'opinione
Con l'avvento del cosiddetto Web 2.0 e della digitalizzazione sempre più articolata delle attività delle imprese, il mondo dei database era stato messo davanti a una improvvisa trasformazione. O almeno così sembrava per i sostenitori degli approcci considerati più innovativi. Il tradizionale modello relazionale non poteva più applicarsi alle informazioni del nuovo mondo digitale. Bisognava lasciare il passo alla gestione di dati quasi mai strutturati. Addio o quasi a MySQL, il campione open source del modello RDBMS. La corona doveva passare ad altri approcci, definiti genericamente - e simbolicamente - NoSQL.

Il Web 2.0 si è trasformato in qualcosa di molto più complesso ed articolato. Le architetture che oggi definiamo cloud-native fanno sembrare banali quei primi approcci alla digitalizzazione. E in questo sviluppo è certamente vero che il modello NoSQL ha conquistato importanti fette di mercato. Ma se esaminiamo la popolarità dei vari possibili database, per come ce la descrivono i numeri significativi di DB-Engines, vediamo uno scenario per certi versi inaspettato.

Il primo elemento di spicco è che sono catalogati, al momento in cui scriviamo, ben 359 diversi database. Non tutti sono significativi. Anzi, andando oltre i primi cento troviamo progetti e piattaforme che pochi conoscono. E anche oltre i primi cinquanta i nomi noti alla grande massa degli IT manager non sono poi moltissimi. Eppure, sette database sui dieci della Top Ten sono relazionali. E soprattutto lo sono i primi quattro. Con MySQL saldamente in seconda posizione tra le soluzioni proprietarie di Oracle e Microsoft.
database rankingCome si possono leggere queste indicazioni? Secondo noi in vari modi che hanno tutti, fortunatamente, implicazioni positive. La prima è che il mondo dei database resta comunque particolarmente dinamico. Oggi è fatto anche di moltissimi progetti open source che nascono spesso da esigenze molto mirate. Se un'azienda o uno staff di sviluppatori si trovano davanti necessità che le piattaforme attuali non soddisfano, ha senso provvedere in prima persona. Che è poi un po' la logica di tutto l'open source.

Il rovescio di questa medaglia è la seconda dinamica chiave del settore: moltissimi database nascono e si sviluppano senza raggiungere mai un volume di utenti sufficiente ad un successo commerciale. Non è detto che sia un problema. Semplicemente, i progetti che nascono da esigenze condivisibili crescono rapidamente e trovano un loro equilibrio. Nella Top Ten dei database, MongoDB e Redis sono due buoni esempi di questa dinamica. Altri database trovano e mantengono una propria nicchia, ma da quella non escono.

Proprio a questa dinamica si deve, almeno in parte, il mancato "crollo" di MySQL (e simili) che alcuni avevano dato per scontato. L'esigenza di piattaforme in grado di gestire dati non strutturati era un dato di fatto. Ma non era così generalizzata e travolgente da rivoluzionare davvero tutto il mercato. Le soluzioni NoSQL che hanno soddisfatto bene e in fretta questa esigenza hanno conquistato e rafforzato nel tempo la loro posizione. Ma anche la posizione dei database relazionali era forte e motivata, tanto che non è cambiata.
database graficoCosì il confronto NoSQL-MySQL è stato più concettuale e teorico che non nei pensieri degli utenti. Specialmente delle grandi aziende. Le imprese hanno dovuto - e devono - affrontare sempre più scenari in cui i dati sono Big Data eterogenei che vanno gestiti in tempo reale. Dati in volumi, varietà e velocità, per citare le classiche "tre V" della Big Data analytics. E qui le piattaforme NoSQL sono state spesso la carta vincente.

Ma una buona parte delle esigenze di data management delle grandi imprese è ancora gestibile con l'approccio relazionale. Su cui, tra l'altro, imprese e persone hanno investito tempo e denaro per decenni. Abbandonarlo non è né impensabile né impossibile. Ma per farlo si devono avere ragioni molto convincenti. Anche perché il principale punto debole attribuito a MySQL e in generale a tutte le piattaforme relazionali classiche - la poca scalabilità orizzontale, in un'epoca in tutto pare dover essere scale-out - è stato in qualche modo affrontato.

Tra MySQL e NoSQL il confronto sembra quindi terminato. Nessuno ha vinto perché la gara era impropria sin dall'inizio. Non aveva senso fare scelte di campo e infatti quasi nessuna azienda le ha fatte. Il modello relazionale è rimasto là dove aveva senso rimanesse, ed è ben saldo. Approcci diversi hanno conquistato la loro posizione. E ne nasceranno di nuovi, man mano che evolveranno le esigenze degli utenti nella gestione delle informazioni.
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