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Energia, il mercato italiano procede a due velocità

L'Autorità per l'Energia ha presentato il proprio Rapporto al Parlamento. Il Documento, previsto dalla legge 99/09, fa il punto sullo stato del mercato nazionale dell'elettricità e del gas.

Tecnologie
La persistente inefficienza del mercato gas, i miglioramenti di quello elettrico ed il crescente impatto delle rinnovabili in bolletta. Questi, in estrema sintesi, alcuni dei temi evidenziati nella Relazione sullo stato del mercato nazionale dell'elettricità e del gas, che l'Autorità per l'energia ha trasmesso alle Commissioni Parlamentari competenti come richiesto dalla legge 99 del 2009.
Nelle oltre 50 pagine di analisi, corredate di tabelle e dati, l'autorità segnala le problematiche ancora aperte e propone alcune possibili soluzioni; viene sottolineata l'asimmetria fra lo stato di sviluppo del mercato elettrico (più avanzato), e quello del gas (ancora in ritardo) che evidenzia un mercato energetico nazionale a due velocità.  
Ecco, in sintesi, alcuni dei temi trattati:

Mercato elettrico
Il settore elettrico sta beneficiando dei primi positivi effetti dell'apertura alla concorrenza: la quota dell'operatore dominante Enel è scesa al 30%; la borsa funziona ed il divario di prezzi fra il Continente e le isole è destinato a ridursi per effetto delle nuove infrastrutture.
Un numero crescente di famiglie (13%) ed aziende medio-piccole (35%) ha scelto il mercato libero e gli interventi di regolazione hanno drasticamente ridotto i disservizi: oggi, in Italia, la durata media delle interruzioni, per anno e per cliente, è scesa da 130 a 46 minuti (uno dei migliori risultati in Europa) e la loro frequenza è diminuita del 50%; ciò ha consentito di evitare un costo da oltre 2,7 miliardi di euro per i consumatori. Questi, inoltre, hanno potuto già beneficiare di 28 milioni di euro come indennizzi automatici e di 1,5 milioni come bonus elettricità. Per il futuro, l'Autorità avanza alcune proposte per: rafforzare l'integrazione con gli altri mercati europei, rispetto ai quali i prezzi stanno progressivamente convergendo, promuovere gli investimenti nelle reti ed in nuove centrali (ad esempio con il capacity payment o con strumenti per lo sviluppo di mercati a lungo termine); garantire concorrenza, adeguatezza e sicurezza al sistema; agevolare lo scambio dei dati fra operatori e contrastare il fenomeno della morosità.

Mercato del gas
Diverso è lo stato del mercato nazionale del gas, ancora molto vulnerabile, in caso di incidenti o di crisi per gli approvvigionamenti, e con prezzi più elevati del resto d'Europa, a causa della scarsità di infrastrutture e di concorrenza.
L'operatore dominante Eni controlla ancora l'84,5% della produzione nazionale e direttamente o indirettamente, oltre il 60% delle importazioni; a quasi 10 anni dall'apertura del mercato, solo l'8% delle famiglie ed il 2% delle aziende medio-piccole ha cambiato fornitore e la borsa gas sconta gravi carenze di liquidità.
Da qui la necessità di potenziare le infrastrutture (gasdotti, rigassificatori, stoccaggi) e di aprire il mercato alla concorrenza, anche attraverso la separazione proprietaria della rete di Snam Rete Gas: soluzione già decisa con leggi nazionali (legge 290 del 2003 e successive), già positivamente adottata in altri Paesi europei e, per il settore elettrico, anche in Italia, soluzione ritenuta anche dalla Commissione Europea come la soluzione migliore per promuovere gli investimenti ed una reale competizione a beneficio di tutti.
Per quanto riguarda le famiglie meno abbienti, sono stati già erogati 640mila bonus gas, sulla base del meccanismo di solidarietà fra consumatori, già attivato e suscettibile di ulteriori sviluppi.

Fonti rinnovabili
L'Autorità ha espresso ripetutamente, nel corso degli ultimi anni, la convinzione che le fonti rinnovabili costituiscano, per il nostro Paese, una grande opportunità non solo per quanto strettamente attiene la diversificazione delle fonti e la protezione ambientale, ma anche per la ricerca, la filiera industriale e l'occupazione. Proprio per questo, i sistemi di incentivazione ed i relativi oneri di sistema in bolletta dovrebbero essere definiti e dimensionati con criteri di massima efficienza e secondo livelli di sicura sostenibilità.
Per le bollette degli italiani si profila invece il rischio di una stangata rinnovabili per effetto di un sistema di incentivi, fra i più profittevoli al mondo con un impatto crescente in  bolletta: dai 2,5 miliardi di euro del 2009 si è passati ai 3,4 del 2010 e nel 2011 potrebbe arrivare, in assenza di interventi, fino a 5,7 miliardi di euro.  
Nel dettaglio, dal 2001 ad oggi, gli italiani hanno pagato oltre 23 miliardi di euro in bolletta per il sistema Cip 6 (a sostegno alle fonti rinnovabili e assimilate) e, nonostante la prevista risoluzione anticipata delle convenzioni, i costi potrebbero nuovamente aumentare per effetto di recenti leggi che hanno riconosciuto incentivi Cip 6 anche agli impianti alimentati da rifiuti. Nel 2010 il Cip 6, con esclusivo riferimento alle fonti rinnovabili, ha comportato un onere di 0,78 miliardi di euro. Se ad esse si sommano le fonti assimilate, il costo complessivo scaricato in bolletta è stato pari a circa 1,8 miliardi di euro.
Ad appesantire le future bollette, vi è poi il possibile raddoppio dei costi a 1,6 milioni di euro legati all'eccesso di offerta di certificati verdi ed alla crescita esponenziale degli incentivi al fotovoltaico, (aumentati da 300 milioni di euro del 2009 a 826 milioni nel 2010) e l'eventualità di triplicare nel 2011. Infatti, secondo le migliori stime ad oggi possibili, se tutti gli impianti che cono stati dichiarati terminati (salvo gli indispensabili ed urgenti controlli) entrassero realmente in esercizio entro il 30 giugno 2011, in Italia potrebbero esserci a quella data 180.000 impianti fotovoltaici, con una potenza installata di 6500 MW, una producibilità di 8 TWh e un conseguente costo per il sistema elettrico prossimo ai 3 miliardi di euro su base annua.
Se a questi impianti si aggiungessero i 3000 MW preventivati con il decreto 6 agosto 2010, l'obiettivo nazionale al 2020 per il fotovoltaico, verrebbe raggiunto già nel 2013, con 7 anni di anticipo ed a costi molto più elevati per il sistema, sulla base di tecnologie più costose e meno efficienti rispetto a quelle che potrebbero svilupparsi nei prossimi anni.   
Infine vi è la tariffa fissa onnicomprensiva che ha comportato un costo in bolletta di circa 112 milioni di euro nel 2009, 212 milioni nel 2010 con previsione di rapida crescita per l'entrata in esercizio di nuovi impianti. Tutto ciò impatta sulle già evidenti criticità a livello di reti; criticità relative alla  saturazione virtuale (per effetto della prenotazione di capacità di trasporto a fini speculativi, senza che poi vengano realizzati gli impianti) e di saturazione reale che, in alcune zone del paese, già oggi non consente di trasportare tutta la produzione elettrica da rinnovabili immessa in rete.
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