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La trasformazione digitale e l’ufficio del futuro

L’indagine pan-europea di Ricoh Europe rivela come innovazione ed efficienza delle modalità di lavoro siano strettamente connesse alla digitalizzazione dei processi

Tecnologie
In quale modo le aziende pensano che possa cambiare il modo di lavorare? Il futuro è già tra noi, vi sono innumerevoli opportunità per trasformare organizzazioni e processi e raggiungere nuova efficienza e produttività. Basti pensare all’eterogeneità di dispositivi di cui si può oggi disporre per lavorare in mobilità, così come alla capacità di qualsiasi oggetto di diventare parte attiva di un network mettendo a disposizione dati, contribuendo ad elevare il livello di conoscenza e di informazioni.
Siamo nell’era del mobile, del big data, dell’iper-connettività e dell’IT as a service così come interpretato dal paradigma del cloud computing, un’ondata di innovazione dietro la quale si cela una grande opportunità: estendere e potenziare le capacità collaborative, semplificare i processi. In gran parte l’evoluzione tecnologica e la prospettiva di cambiamento possono essere ricondotte a una strategia globale, quella della trasformazione digitale. E quest’ultima lascia immaginare un’ulteriore innovazione rispetto a quella già compiuta.
Lo testimonia una recente ricerca pan-europea di Ricoh Europe, commissionata a Coleman Parkes Research, il cui obiettivo è comprendere come le aziende pensano l’ufficio del futuro nei prossimi 10-20 anni. I risultati sono in qualche modo sorprendenti, così come sorprendente appare l’ufficio del futuro. Eppure, come sempre accade, è il presente che già oggi lascia immaginare nuovi e possibili sviluppi. Il 59% del campione intervistato dichiara che entro i prossimi 20 anni nelle riunioni aziendali si potrà essere sostituiti da assistenti virtuali e ologrammi. In particolare sono due le aree su cui si pensa si possa concentrare l’innovazione: strumenti interattivi touch e comunicazione sensoriale, grazie a dispositivi adattati all’orecchio che consentono di trasmettere dati audio e video sotto forma di segnali elettronici.
ricoh-infografica.jpgE poi, ancora, sistemi di riconoscimento vocale, occhiali per la realtà aumentata, robot, droni. Dall’indagine l’Italia emerge come un Paese con una grande immaginazione e con un desiderio di innovazione ancora più elevato rispetto a quello di altri Paesi.
L’interesse nell’introdurre innovazione è elevato tra i dipendenti di aziende che lavorano nell’ambito dei Servizi Finanziari, dell’Istruzione e della Pubblica Amministrazione. Ai partecipanti all’indagine è stato poi chiesto di identificare i principali benefici di un posto di lavoro tecnologicamente evoluto. Il campione attribuisce uguale importanza ai seguenti aspetti: ottimizzazione dei processi di business, migliore accesso alle informazioni e possibilità di eseguire il proprio lavoro più rapidamente. Il che significa, affermano gli autori della ricerca, che le caratteristiche che rendono produttivo un posto di lavoro oggi – processi digitalizzati, capacità di visualizzare e utilizzare i dati quando necessario e di adattarsi rapidamente ai cambiamenti guidati dalla tecnologia – rimarranno fondamentali anche in futuro.
Secondo gli intervistati un posto di lavoro tecnologicamente evoluto consente una migliore condivisione delle informazioni e rende le comunicazioni più efficaci. Oltre la metà dei rispondenti del Settore Pubblico afferma che l’innovazione tecnologica consentirà un migliore accesso alle informazioni e che l’IT aiuterà a eseguire il proprio lavoro più rapidamente, migliorando la collaborazione tra i dipendenti. Tuttavia, se grande è l’entusiasmo, poca è la fiducia che viene riposta nella capacità di realizzare quanto è possibile immaginare.
Meno di un terzo dei dipendenti (29%) crede che la propria azienda sia realmente capace di creare nuovi modi di lavorare e implementare tecnologie che possano rendere il futuro una realtà.
Dalla ricerca emerge poi che la capacità di introdurre nuove tecnologie è frenata, oltre che dai costi e da aspetti riguardanti la sicurezza e dalle stesse normative in vigore, soprattutto nel settore pubblico. Si insiste sul fatto che chiunque voglia cogliere le opportunità deve essere in grado di sfruttare i vantaggi di tecnologie e processi disponibili già oggi: il futuro lo si crea modificando il presente. Ecco, quindi, l’esigenza, avanzata da molte delle aziende oggetto dell’indagine, di introdurre piattaforme collaborative e soluzioni web-based per le riunioni aziendali. Si chiede, soprattutto, di poter disporre di informazioni digitali native, in quanto condizione vitale per qualsiasi possibile sviluppo e innovazione.
“Non c’è dubbio che nel futuro il posto di lavoro sarà molto diverso da quello di oggi – ha affermato Carsten Bruhn, Executive Vice President di Ricoh Europe - dal momento che vi saranno nuovi modi di comunicare e di ricevere informazioni. Come messo in evidenza dagli stessi dipendenti, vi sono però alcuni percorsi obbligati da intraprendere prima che si possa trarre valore dalle future innovazioni: completare la digitalizzazione dei processi di business e rivedere le modalità con cui i dipendenti accedono alle informazioni”.
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