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Mainframe, l'evoluzione continua

Il modello zBC12 sancisce l’elasticità della piattaforma: processori più veloci 4,2GHz, maggiore disponibilità di memoria, migliori performance

Cloud
Che per IBM e per tutto il mercato dell’indotto del software il mainframe rappresenti ancora un importante fonte di profitto e di ricavi è noto a tutti. La teoria evoluzionistica di Darwin ben si adatta al mainframe, oggi diventato sistema in grado di intercettare molteplici esigenze di computing sia da parte di coloro, mondo finanziario in primis, che hanno da sempre avuto in esercizio i grandi sistemi, sia da parte di quei clienti che hanno ravvisato nel sistema la capacità di razionalizzare, consolidare e concentrare più attività business in modo efficiente e produttivo.
Per molte aziende enterprise computing è sinonimo di mainframe, oggi conosciuto come il sistema zeta. Quest’ultimo metabolizza gran parte dell’operatività transazionale di molte grandi aziende, tipicamente associato alla componente DB2, il database per antonomasia del mondo mainframe. Molte delle ultime installazioni, soprattutto quelle legate a un’operatività diversa da quella sperimentata nei decenni e anni passati, sono installazioni Linux, una piattaforma alternativa che ha saputo reinventare la tecnologia rendendola attraente verso un pubblico più eterogeneo.
Il modello zBC12, introdotto nel corso dell’estate, sancisce l’elasticità della piattaforma: processori più veloci 4,2GHz, maggiore disponibilità di memoria, migliori performance rispetto al precedente z114 (vedi tabella comparativa).

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Lo zBC12 è una sorta di cloud di per se stesso in quanto è in grado di ospitare fino a 520 server virtuali. Paolo Sangalli, neo director di STG, la divisione Ibm cui fa riferimento il mainframe, e Andrea Negro, responsabile della piattaforma per l’Italia, presentando alla stampa le novità introdotte dal nuovo modello zBC12, si sono detti più che soddisfatti dei risultati raggiunti.
Cloud, Big Data, Mobile Computing, sebbene queste siano le prospettive evolutive che garantiscono al mainframe ulteriori spazi di crescita, i responsabili Ibm sono convinti che - grazie alle capacità di centralizzazione delle risorse alle diverse dimensioni applicative e di servizio - la proposta stia diventando un opzione interessante per tutte quelle aziende che, pur non appartenendo alla ristretta cerchia del mondo finance, puntano a obiettivi di business continuity e consolidamento di risorse e investimenti pregressi.
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