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Lo storage ibrido di Nimble diventa proprietà Hpe

L'acquisizione permetterà di consolidare l'offerta nell'ambito dello storage flash che secondo stime di mercato ha generato un fatturato globale di 15 miliardi di dollari nel 2016

Cloud
Il mercato dello storage sta vivendo un momento di grande trasformazione. L'affermazione della tecnologia flash ha di fatto cambiato le regole del gioco nell'ambito dello storage Tier 1, ovvero quel livello che contraddistingue le piattaforme ad alte performance, tipicamente di tipo transazionale.

nimble.jpgUn fenomeno testimoniato dal gran numero di acquisizioni operate dati big dell'IT con l'obiettivo di integrare il meglio della nuova generazione flash all'interno dei propri portafogli d'offerta. E' in questo contesto che si inserisce l'acquisizione di Nimble da parte di Hpe che si è disposta a pagare una cifra di ben  1,2 miliardi di dollari.

Un segnale importante per la società di Meg Whitman, dopo una massiccia serie di cessioni e spin-off, che guarda in direzione del cloud ibrido proprio grazie all’acquisizione degli asset di Nimble, il cui core business principale dal punto di vista del software, la piattaforma di analisi dati Infosight, viene gestita interamente sulla nuvola.

L’obiettivo di Hpe è integrare questa offerta sia con i propri sistemi top di gamma all-flash della serie 3par, sia con le soluzioni entry level Msa. Hewlett Packard Enterprise ha messo sul piatto un miliardo di dollari in contanti, pagando 12,50 dollari per ogni azione di Nimble, a cui si aggiungono 200 milioni per gli incentivi non maturati. Al momento dell’annuncio le azioni dell’azienda valevano 8,60 dollari, il premio pagato da Hewlett Packard Enterprise è quindi superiore al 45 per cento.

“Siamo fiduciosi che unendo la nostra tecnologia con la forza distributiva globale, il posizionamento del brand e i rapporti a livello enterprise di Hpe, potremo creare nuove opportunità di crescita per entrambe le società”, ha scritto in una lettera ai clienti Suresh Vasudevan, Ceo di Nimble. Fondata nel 2008 e quotata in borsa a fine 2013 (con azioni che allora valevano però quasi 34 dollari), l’azienda di San Jose ha generato ricavi nell’anno fiscale 2017 pari a 402,6 milioni, in crescita del 25 per cento rispetto ai 12 mesi precedenti. Ma sono risultate in aumento anche le perdite, pari a 158,3 milioni contro i 120,1 dell’anno fiscale 2016. Gli ultimi tre trimestri, però, hanno mostrato segnali positivi di riduzione delle perdite.  

Con l’acquisizione di Nimble, Hpe intende aggredire con forza il mercato dello storage flash, che secondo le ultime stime ha generato un fatturato globale di 15 miliardi di dollari nel 2016, per salire a 20 miliardi nel 2020. Secondo Hewlett Packard Enterprise, il segmento all-flash crescerà a un tasso composto annuale del 17 per cento. Numeri buoni, ma non superlativi: la competizione nel settore sta crescendo e il mercato sta entrando nella fase di maturazione.

Entrare nel porto (fino a prova contraria) sicuro di Hpe significa molto per Nimble, considerando anche l’acquisizione di Emc da parte di Dell chiusa l’anno scorso. L’azienda di storage potrà approfittare delle risorse di Hewlett Packard Enterprise per sviluppare i propri prodotti, appoggiandosi al canale del gruppo di Palo Alto per ottenere nuovi clienti, che oggi sono circa 700 solo per quanto riguarda gli array all-flash (10mila totali). I dipendenti, invece, sono circa 1.300 e non è dato sapere quanti “sopravvivranno” all’acquisizione.
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