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Il cloud è diventato mainstream

Crescita a doppia cifra per il cloud pubblico. Per il 2021 si stima che il mercato di riferimento possa raddoppiare il valore attuale

Cloud
Idc e Gartner confermano la progressiva affermazione del cloud pubblico. Le cifre sono del tutto divergenti, ma ciò dipende dagli elementi contabilizzati: più estesi per Gartner, che annovera anche voci di fatturato riferibili a Cloud Advertising e Cloud Business Process, più restrittivi per Idc, che associa la spesa a software, piattaforma e infrastruttura as a service.

cloud-computing.jpgA detta di Gartner, il valore dei servizi venduti lo scorso anno è arrivato a 209,2 miliardi di dollari, mentre quest'anno salirà del 18%, fino a
246,8 miliardi. I maggiori incrementi riguarderanno l'Infrastructure-as-a-Service, valutato in crescita del 36,8% quest'anno rispetto al 2016, e corripondente a un giro d'affari di 34,6 miliardi di dollari; il Software-as-a-Service nel corso del 2017 produrrà 46,3 miliardi di fatturato, con una crescita el 20% anno su anno.

Idc stima invece per quest' anno un giro d'affari di 122,5 miliardi di dollari, con un incremento del 24,5% rispetto al 2016. L'Europa Occidentale contribuirà al risultato del 2017 con una spesa di 24 miliardi di dollari. Il quadro di Idc contempla anche il futuro a medio termine: la società di ricerca stima fra il 2015 e la fine del decennio una crescita annua del 21,5%, che nel 2020 porterà nelle tasche dei fornitori di cloud pubblico 203,4 miliardi di dollari. I numeri, insomma, si sprecano e vanno sempre presi con le pinze, considerando che si tratta di stime.

Quello che appare significativo, negli scenari dipinti da entrambe le società di analisi, è che l'ascesa della nuvola non sembra destinata a rallentare più di tanto, sebbene a detta di Gartner si stia ormai entrando in una “fase di stabilizzazione”. La società di ricerca sottolinea però anche come i benefici apportati dal cloud – si citano
l'agilità, la scalabilità, i risparmi economici, l'innovazione e la crescita del business non cesseranno di influenzare gli acquisti It e le strategie delle aziende. Il valore del cloud, insomma, non si esaurirà perché è multidimensionale.

Un ulteriore e più specifico fattore di traino, inoltre, risulterà ancora valido nei prossimi anni, creando nuova domanda di servizi infrastrutturali: workload sempre più esigenti in termini di risorse di calcolo, come quelli legati agli analytics, all'Internet of Things e all'intelligenza artificiale. Questa tendenza influenzerà in direzione del cloud tanto le scelte tecnologiche delle grandi aziende, quanto quelle delle startup. Non possono e non potranno esserci Big Data senza nuvola, insomma.

Spostandosi di nuovo sull'analisi di Idc, si nota come quasi tutti i settori verticali dell'industria e del terziario siano destinati a far lievitare la spesa in cloud pubblico da qui al 2020, con tassi di crescita annuale superiori al 20%. I più “spendaccioni” saranno le aziende del settore manifatturiero, di quello bancario, i fornitori di servizi professionali, il retail, gli operatori dei media e delle telecomunicazioni.
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