È appena iniziato il 2017, ma per il momento
Windows 7 e ancora un sistema operativo con un discreto futuro davanti a sé. Entrato in fase di supporto esteso nel 2015, l'ambiente proseguirà con questa modalità fino al
14 gennaio 2020.
Le imprese, quindi, dispongono ancora di una quantità di tempo sufficiente per preparare la migrazione. Visibilmente, tuttavia, il precedente di Windows Xp ha lasciato qualche traccia, tant'è che ancora oggi diverse realtà hanno tardato il passaggio a Windows 10.
Microsoft non intende riprodurre questo scenario. Di fatto, è già partito un lungo conto alla rovescia, fatto di comunicazioni e inviti volti a spiegare alle imprese quanto costa mantenere Windows 7, in rapporto alla adozione dell’Os più recente. Lo stesso costruttore ha già iniziato a sottolineare come esso non risponda più alle esigenze di una tecnologia moderna e alla sicurezza richiesta dai dipartimenti It.
Non è un caso, per esempio, che sia stato da poco pubblicato uno studio che mette in risalto le funzioni di
sicurezza integrate in Windows 10 Anniversary Update soprattutto per la capacità di
bloccare gli exploit zero-day, senza nemmeno aver più bisogno delle patch, come per le precedenti versioni di Windows. Già il 31 luglio 2018, gli utenti della vecchia versione dell'ambiente per grano il supporto di un'applicazione di sicurezza come
Enhanced Mitigation Experience Toolkit.
Il citato studio dimostra come gli utenti di Windows 10 abbiano una probabilità inferiore del 58%, rispetto a chi ancora fa un uso della versione 7, di essere colpiti da
ransomware. In sostanza, si conferma attraverso queste comunicazioni come Microsoft intende nel minor tempo possibile uniformare il proprio parco installato all'ultima versione del sistema operativo.
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