Dopo più di 15 anni di applicazionevgli studi di settore verranno rottamati. Saranno infatti sostituiti gradualmente con i nuovi «indicatori di compliance»: dati sintetici che forniscono, su scala da uno a dieci, il grado di affidabilità del contribuente. Il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, Paolo Zabeo, dichiara: “Sono decine e decine di migliaia i piccoli imprenditori, gli artigiani e i commercianti che in questi anni con l’attivazione degli studi hanno dovuto chiudere i battenti”. Tuttavia, dalla CGIA chiedono una grande attenzione. “Non vorremmo passare dalla padella alla brace – prosegue Zabeo – e il nuovo indicatore di affidabilità fiscale non comporterà una diminuzione del carico fiscale e una importante semplificazione burocratica nei rapporti tra fisco e contribuente non servirà a nulla. Per questo è importante che in questa fase di costruzione del modellino statistico-econometrico anche le associazioni di categoria dei lavoratori autonomi siano chiamati al tavolo per tarare in maniera più soft possibile questo nuovo strumento fiscale”.
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