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La Commissione europea ha approvato il piano dell'Italia banda ultralarga

Il sottosegretario Giacomelli: "Grazie a Ue.Torna rete pubblica nella aree bianche che non è Italia residuale".

Mercato e Lavoro
La Commissione europea ha stabilito che il piano nazionale italiano per la banda larga ad alta velocità 2016 - 2020, con un bilancio da circa 4 miliardi di euro, è in linea con le norme dell'Unione in materia di aiuti di Stato.
“Ringrazio il commissario Vestager per la collaborazione, l’apprezzamento e il via libera al Piano banda ultralarga dell’Italia. Il piano rappresenta “uno dei più importanti processi di modernizzazione economica della storia della repubblica”, per citare il presidente dell’Antitrust Pitruzzella. Dopo vent’anni il paese tornerà ad avere una rete pubblica nelle aree bianche. Sbaglia chi pensa che le aree bianche siano poco interessanti dal punto di vista economico. Non stiamo parlando di un’Italia residuale, ma di 7300 comuni italiani su 8mila e 13 milioni di cittadini. Per capirci più del 70 per cento delle imprese lombarde si trova in aree a fallimento di mercato. L’Istat ha parlato di benefici in termini di produttività dal 7 al 23 per cento a seconda delle regioni e dei settori. L’infrastruttura pubblica deve garantire investimenti adeguati e un’effettiva parità di condizioni ai privati perché possano offrire in concorrenza i propri servizi sulla rete e, soprattutto, deve assicurare stessi potenziali livelli di connettività a tutti gli italiani, a quelli delle città e a quelli delle campagne, al Nord come al Sud, ai giovani e ai più vecchi. Evitare, insomma, un’Italia che viaggia su Internet a due velocità”.
Questo il commento al via libera di Bruxelles del sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle telecomunicazioni Antonello Giacomelli.
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