Il gap Mezzogiorno/Centro-Nord è pari 236 punti base e tocca il massimo storico da dicembre 2008, mese di inizio delle rilevazioni.
La
politica monetaria espansiva sta proseguendo nell’azione di
riduzione dei tassi di interesse, ma nel contempo
persiste la diminuzione dei prestiti alle imprese: a maggio 2015 i prestiti segnano un calo del 2,3% per le imprese con meno di 20 addetti
, non modificando il trend rispetto al -2,4% di aprile e al -2,2% rilevato a giugno 2014.
Il totale delle imprese mostra una flessione dei prestiti dell’1,6% in miglioramento rispetto ad aprile (-1,9%) grazie alla performance delle imprese medio-grandi (-1,4%) che da dicembre 2014 mostrano una flessione meno intensa
rispetto alle piccole imprese e in riduzione.
In Italia le società non finanziarie – escluse le famiglie produttrici – a maggio 2015 pagano sui nuovi finanziamenti un tasso di interesse del 2,17%, 18 punti base in più rispetto a quello medio dell’Eurozona a 19 (1,99%):
il tasso italiano è superiore a quello europeo da oltre tre anni e mezzo, ma il fenomeno è in attenuazione (un anno prima il gap era pari a 67 punti base). Il costo del credito per le imprese in Italia è inferiore solo a quello rilevato in Spagna (2,67%) ed in un anno il tasso scende di 112 punti base, il calo più intenso tra i paesi in esame.
Tra giugno 2011 e marzo 2015 risultano decimati i prestiti alle imprese (-10,6% a prezzi correnti), pari ad un calo cumulato di 105,9 miliardi di euro; nello stesso periodo si affianca una diminuzione degli investimenti fissi lordi – a valori grezzi correnti – di 51,6 miliardi di euro (-15,9%); al contrario la dinamica sia dei prestiti che degli investimenti è
in territorio positivo in Francia e Germania.
A marzo 2015 una impresa italiana paga mediamente
un tasso effettivo del 5,53% sui finanziamenti per cassa riferiti ad operazioni in essere e a rischi autoliquidanti e a revoca; tra piccole e medio-grandi imprese uno spread di 272 punti base.Ampie le variazioni a livello territoriale: ai primi sette posti le regioni del Mezzogiorno di Calabria (8,89%, -66 punti base in un anno), Sicilia (7,89%, -74 p.b. in un anno), Molise (7,68%, -20 p.b. in un anno), Campania (7,60%, -83 p.b. in un anno) e Puglia (7,58%, -60 p.b. in un anno), Sardegna (7,19, -115 p.b. in un anno) e Abruzzo (7,06%, -68 p.b. in un anno), i tassi più bassi in Piemonte (4,53%, -156 p.b. in un anno), Trentino-Alto Adige (4,80%, -47 p.b. in un anno) e Lombardia (5,08%, -80 p.b. in un anno).
Il gap tra il tasso più alto della Calabria e quello più basso del Piemonte è pari a 436 punti base.
L’analisi del trend del credito all’artigianato per territorio nell’
Elaborazione Flash “Tendenze del credito alle imprese artigiane a marzo 2015”
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