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Banche, Unimpresa: boom sofferenze in un anno +15%, prestiti giù di 30 mld

In calo i finanziamenti al settore privato, ma ci sono segnali positivi: in ripresa il credito al consumo, aumentato di 2,9 miliardi (+5%), e il credito a medio termine alle aziende, salito di 8 miliardi (+6%).

Mercato e Lavoro
Boom di sofferenze nelle banche: negli ultimi 12 mesi, da febbraio 2014 a febbraio 2015, sono cresciute del 15% arrivando a oltre 187 miliardi di euro, in aumento di 25 miliardi.
La fetta maggiore di prestiti che non vengono rimborsati regolarmente agli istituti di credito è quella delle imprese (133 miliardi); le “rate non pagate” dalle famiglie valgono quasi 35 miliardi, mentre quelle delle imprese familiari 15 miliardi. Sfiorano il tetto dei 4 miliardi, poi, le sofferenze della pubblica amministrazione, delle assicurazioni e di altre istituzioni finanziarie. Complessivamente le sofferenze adesso corrispondono al 13% dei prestiti bancari, in aumento rispetto all’11% di un anno fa. Alla fine del 2010 le sofferenze ammontavano a 77,8 miliardi: in poco più di quattro anni, quindi, sono più che raddoppiate.
Questi i dati principali del rapporto mensile sul credito del Centro studi di Unimpresa, secondo cui nello stesso periodo le banche hanno tagliato i finanziamenti a imprese e famiglie per complessivi 30 miliardi (-2%), ma i prestiti di medio periodo per le aziende sono andati in controtendenza e sono saliti di 8 miliardi (+6%).
Secondo lo studio dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, in totale le sofferenze sono passate dai 162,04 miliardi di febbraio 2014 ai 187,2 miliardi di febbraio 2015 (+15,56%) in aumento di 25,2 miliardi. Nel dettaglio, la quota di sofferenze che fa capo alle imprese è salita da 114,2 miliardi a 133,1 (+16,51%) in aumento di 18,8 miliardi. La fetta relativa alle famiglie è cresciuta da 31,6 miliardi a 34,9 miliardi (+10,25%) in salita di 3,2 miliardi.
Per le imprese familiari c’è stato un aumento di 1,5 miliardi da 13,7 miliardi a 15,3 miliardi (+11,33%). Le “altre” sofferenze (pa, onlus, assicurazioni, fondi pensione) sono passate invece da 2,3 a 3,8 miliardi (+66,34%) con 1,5 miliardi milioni in più.
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