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Google sempre più mobile player

Fra qualche mese, il gigante di Internet dovrebbe partire con un’offerta di operatore mobile virtuale e, intanto, svela il progetto Ara, per costruire smartphone personalizzati.

Trasformazione Digitale
Il cerchio si chiude e Google si appresta ad attaccare in forze il mercato mobile, con device e un’offerta di servizi di comunicazione.
Il Mobile World Congress di Barcellona è stato il teatro scelto per confermare diverse indiscrezioni circolate negli ultimi mesi. Il gigante di Internet, innanzitutto, si appresta a diventare un operatore mobile virtuale (Mvno), combinando il Wi-Fi con le reti mobili per offrire un’esperienza definita “senza transizioni”. A partire dagli Usa, sarà proposto un servizio costruito su chiamate gestite principalmente via Wi-Fi, per limitare i costi, passando su rete mobile solo quando necessario.
Essendo un Mvno, Google dovrà l’infrastruttura di un carriere e già si fanno i nomi di T-Mobile o Verizon. Non sembra, almeno per ora, che l’azienda intenda attaccare frontalmente gli operatori telco, ma semmai spingere sulle comunicazioni VoIp, risolvendo i possibili problemi di connessione e migliorare il proprio servizio Hangouts. Delle tariffe si saprà più avanti, ma è probabile che siano ragionevolmente basse, senza essere troppo aggressive. È invece certo che il progetto sia destinato a estendersi al resto del mondo, nell’ottica di una connettività il più possibile estesa e fondata su un’infrastruttura propria.
Con il progetto Ara, invece, Google vuole offrire gli strumenti per costruire in proprio uno smartphone, assemblandolo pezzo per pezzo. Per ora, sempre a Barcellona, si è visto un prototipo esposto dalla società americana Yezz, associata al progetto. Si compone di una struttura di base sulla quale si innestano i differenti moduli, come schermo, batterie, fotocamera, 3G, Wi-Fi e altro, grazie a elettromagneti.
Il vantaggio di questo modello è che non si avrà più bisogno di cambiare dispositivo se si guasta un componente o viene introdotto un prodotto più performante, poiché basterà cambiare il modulo in questione con un semplice clic. Google promette un ciclo di vita di 5-6 anni per l’ossatura dello smartphone, contro i due anni medi degli attuali prodotti diffusi in Europa. Se in prospettiva questa formula potrebbe rivoluzionare il mercato dei device mobili, nel breve periodo si vedrà ancora poco, ovvero qualche prototipo e un primo lancio su scala più ampia non prima della fine dell’anno.
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