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Anche le grandi imprese sicure, in realtà non lo sono

Lo studio «Maginot Revisited», realizzato da FireEye dimostra che nessuno appare immune da falle nei propri sistemi di protezione.

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La sicurezza al 100% sappiamo che non esiste. Ma anche chi sostiene pubblicamente di essere coperto dagli attacchi o dai rischi di perdite di dati, in realtà sta millantando. Sembra essere questa la conclusione naturale che si può trarre dallo studio “Maginot Revisited”, che FireEye ha realizzato testato oltre 1.200 grandi imprese per oltre sei mesi con situazioni che riproducevano attacchi reali.
Falle nei sistemi di protezione sono state individuate quasi dappertutto. Il 76% del mondo della difesa & aerospazio ha rivelato problemi ed è questo il settore che è andato meglio. Nel mondo media & entertainment siamo al 91%, mentre automotive, sanità, agricoltura, trasporti, education e grande distribuzione hanno raggiunto il 100%. Se non altro, la maggior parte dei buchi sono legati ad attacchi mirati, ma mediamente nel 17-18% dei casi le minacce rilevate sono di tipo persistente.
Oltre un quarto (27%) delle realtà analizzate hanno fatto emergere falle legate a strumenti e tattiche utilizzate dagli autori di Advanced Persistent Threats (Apt). I firewall basati su firma, i sistemi di prevenzione da intrusioni (Ips), i gateway Web, le sandbox, le soluzioni antivirus o le differenti combinazioni di questi strumenti non sono riuscite a rilevare e fermare attacchi avanzati. Le tecniche avanzate di aggiramento proprie degli attacchi Apt funzionano per eludere firewall, Ips e sistemi di protezione similari.
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