Presentando l’aggiornamento della famiglia X5, Larry Ellison ha promesso di abbattere uno degli ostacoli che fin qui hanno penalizzato la sua azienda in confronto a Cisco o Emc.
Nel mondo dei
sistemi convergenti (in buon parte ereditato con l’acquisizione di Sun),
Oracle ha fino a oggi privilegiato soprattutto le prestazioni sul prezzo. Ma la scelta non ha pagato in termini di risultati, in confronto a
Cisco o
Emc ed è stato lo stesso presidente
Larry Ellison a riconoscerlo, in occasione del lancio dell’ultimo aggiornamento della
gamma X5.
Il comparto è fra i più dinamici, oggi, del mercato, grazie alla proposta di integrazione ottimizzata in una singola unità di
server,
storage,
tecnologie di rete e
software di amministrazione. Mentre Oracle, tuttavia, ha fin qui proposto sistemi complessi di costo commisurato, ad avere maggior successo sono state le soluzioni basate su tecnologia x86 a due socket, come nel caso della joint venture
Vce, nata da Cisco ed Emc (ora
tutta della seconda). Pertanto, anche Oracle si adeguerà, proponendo sistemi a
due socket, cercando di competere sul prezzo.
In qualche modo, già l’aggiornamento della famiglia X5 (quinta generazione hardware dall’acquisizione di Sun) va in questa direzione. I prodotti saranno disponibili più avanti nell’anno, ma fin d’ora si sa che integreranno gli ultimi processori Intel, presenteranno nuove componenti e l’appliance
Virtual Compute sarà proposta con due socket e due interconnessioni
Oracle Virtual Network a 562mila dollari, mentre l’equivalente Cisco Ucs M4 ne costerebbe 912mila.
Sono stati aggiornati anche
Oracle Database Appliance,
Big Data Appliance,
Zero Data Loss Recovery ed
Exadata Database Machine. Quest’ultima offre un’architettura più rapida, un 50% di memoria in più e la possibilità di scegliere un server storage 100% flash.
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