Il neo-nominato presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, ha promesso durante la campagna elettorale che avrebbe abbattuto le barriere normative nazionali.
Uno dei temi scelti da Jean-Claude Juncker per la propria campagna elettorale per le elezioni europee è stato quello delle nuove tecnologie. L’ex primo ministro lussemburghese è stato da poco nominato presidente della Commissione Europea e ora vedremo se manterrà fede alla promessa di costituire un mercato unico europeo del digitale. Per far sorgere nel Vecchio Continente realtà che abbiano una storia paragonabile a quelle di Google, Facebook o Amazon, Juncker sostiene che occorra porre fine ai silos normativi nazionali nelle telecomunicazioni, sul diritto d’autore, la protezione dei dati e le leggi sulla tutela dei consumatori. In questo modo, sarà possibile costruire un mercato potenziale da 500 milioni di consumatori di prodotti o servizi digitali creati da aziende meno vincolate da 28 diversi sistemi di regolamentazione. La previsione è che il settore digitale possa crescere sette volte più velocemente rispetto al prodotto interno lordo dell’Ue nei prossimi anni. È chiaro che una simile prospettiva richiede un lavoro complesso e un certo grado di dirigismo a livello di Commissione Europea, ma si tratta di una scommessa importante, che potrà avere ripercussioni anche sull’occupazione. Uno studio recente, infatti, stima che la “app economy” passerà da 1,8 milioni di impiegati del 2013 a 4,8 milioni nel 2018, con un volume d’affari che triplicherà, arrivando a 63 miliardi di euro dagli attuali 17,5 miliardi.
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