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Hardware per il networking, la nuova sfida sul terreno dei data center

Nvidia pubblica i risultati record della sua divisione, Nokia spinge sulla sua offerta, anche a discapito delle Telco.

Mercato e Lavoro

Leggere un +98% YoY per la propria divisione networking fa certamente effetto. Ma, per essere precisi, c’è da ricordare che si tratta di una divisione decisamente nuova per Nvidia. Nonostante la sua data di nascita ufficiale sia aprile 2020, a seguito della acquisizione di Mellanox Technologies, i giochi iniziano effettivamente tre anni dopo, con l’introduzione di Spectrum-X (basato su Ethernet) e la scelta di sviluppare su standard InfiniBand e NVLink.

Nvidia praticamente cresce da zero in un anno. E ciò non toglie nulla al valore dell’offerta per il networking della casa americana, e alla bravura di Huang e del suo management, ma ci riporta alla realtà, al di fuori del marketing. I risultati del secondo trimestre del 2026 per il segmento networking di Nvidia, parlano di un incremento sul trimestre precedente del 46% e un valore assoluto di 7,3 miliardi di fatturato nel trimestre, circa il 15% del totale.

È evidente, insomma, che (una specifica componente de) l’hardware per il networking sta polarizzando l’interesse di un mercato specifico, quello dei data center. Grande interesse sta suscitando il sistema rack Nvidia Blackwell NVLink 72 che, semplicemente, integra uno switch necessario a gestire le connessioni tra i sistemi di elaborazione AI e la generazione dei token. A questo si affianca Spectrum-XGS Ethernet, una piattaforma software per il networking che permette la gestione e la connessione di sistemi Spectrum-X presenti su data center multipli.

E, lo ricordiamo, Spectrum-X raggruppa l'hardware e il software di rete di Nvidia in una piattaforma AI native, abbinando gli switch Spectrum SN5600, basati sull'architettura Spectrum-4 con DPU (le unità di elaborazione dati) BlueField-3 per aumentare le prestazioni dell’AI generativa fino a 1,6 volte in più rispetto alle soluzioni Ethernet tradizionali.

Spectrum-XGS è l’evoluzione dell'offerta Ethernet di Nvidia che ha l’obiettivo di muovere in maniera efficace i dati su distanze maggiori tra i siti. La soluzione integra gli switch Nvidia Spectrum-X con ConnectX-8 SuperNIC e gli adattatori di rete da 800 Gb/s. Insomma, ora Nvidia può vantare un’offerta completa e performante in ambito networking con l’intenzione di estendere il controllo del traffico anche su data center multipli e, perché no, remoti.

Nokia non abdica di certo

Altro segnale che il mercato del networking non dovrebbe sottovalutare riguarda Nokia, uno dei top vendor mondiali di hardware per le reti insieme alle storiche Ericsson e Huawei. Nokia ha già dimostrato di voler fare sul serio nel mercato del networking per data center con l’acquisizione per 2,3 miliardi di dollari di Infinera.

Attualmente la casa finlandese ha a portafoglio una suite completa di prodotti per data center - infrastrutture di rete, router e switch – e vanta clienti eccellenti come Microsoft e Apple. In particolare, è fornitore di router e switch per i data center Microsoft Azure. Infine, Nokia ha anche annunciato la sua data automation platform, definita Event-driven Automation Platform.

Le ultime dichiarazioni ufficiali dimostrano che anche Nokia è ben focalizzata sui data center e sui carichi di lavoro dell’AI. Durante l’ultima presentazione dei dati finanziari (Q1 2025 ad aprile) il CEO ex Intel, Justin Hotard, ha dichiarato: “l'intelligenza artificiale sta guidando una significativa costruzione di nuovi data center e nuove richieste di connettività tra i data center, sia per la formazione che per l’inferenza”.

L’attenzione per un’offerta adeguata alle nuove richieste dei data center e dei sistemi AI è anche confermata dagli investimenti che Nokia sostiene di affrontare per costruire infrastrutture non solo per l’ampliamento dei data center, ma anche per la connessione di strutture distribuite.

La sfida comune di Nvidia, Nokia, e di Ericsson e Huawei, dunque è di lavorare anche per la connettività di strutture fisicamente lontane, ponendo l’hardware per il networking in grande spolvero, esattamente come è successo per l’hardware per l’elaborazione. Ma in questo contesto c’è un ostacolo in più, ovvero la capacità e la qualità della infrastruttura regionale di rete. Per garantirsi un’infrastruttura affidabile le scelte sono due: o fare da sé o stringere partnership con i Carrier.

E, se gli operatori di telefonia frenano sugli investimenti, potrebbe succedere che gli stessi battano cassa ai loro fornitori chiedendo di fare la loro parte. La contropartita, però, potrebbe prevedere che le Telco non possano pretendere l’intera parte della torta – fornitura servizi di connettività ai data center – e che i fornitori stessi decidano di dialogare direttamente con quel mercato.

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