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Broadcom: il lancio di VCF 9.0 (e il rilancio di VMware)

Unificata e ampliata l’intera offerta VMware per la gestione dell’infrastruttura.

Tecnologie

C’è voluto un po’ per riordinare le idee ma, alla fine, Broadcom può dire di aver raggiunto con successo l’integrazione di VMware dopo l’acquisizione da circa 60 miliardi di dollari del 2023. Così il colosso americano presenta con orgoglio anche in Italia, dopo l’annuncio mondiale, la soluzione integrata VMware Cloud Foundation 9.0 (VCF 9.0).

Con la VCF 9.0 si unifica la numerazione delle varie componenti d’offerta VMware, oggi integrate al suo interno. “Abbiamo preso le migliori soluzioni (nelle aree tecnologiche coperte da VMware) – dichiara Mario Derba, Managing Director Italy di Broadcome le abbiamo integrate secondo una visione Software Defined Datacenter che superi definitivamente la struttura a silos tecnologici”.

Broadcom ritiene necessario superare l’approccio a silos (compute, storage, networking e, trasversalmente, security) in favore di uno altrettanto trasversale governato dal software. L’ambiente privilegiato è l’on premise, riscritto come cloud privato, perché è quella la tendenza infrastrutturale inevitabile secondo Broadcom, avvalorata da una ricerca commissionata appositamente dal colosso USA.

Il cloud privato come modello operativo

Il cloud privato non deve essere considerato un luogo – spiega Claudia Angelelli, Emea Manager, Solution Architect Broadcom ed ex VMwarema un modello operativo”. Con la consueta chiarezza e precisione, la manager giustifica l’introduzione di VCF 9.0 con i dati della survey Private Cloud Outlook 2025: il 53% degli intervistati – 1800 tra manager IT e decisori d’acquisto nel mondo di cui 600 in Emea – considerano il cloud privato come ambiente prioritario per nuovi workload nei prossimi 3 anni. Inoltre, il 55% preferisce un cloud privato per il training, il tuning e l’inferenza dell’AI e un intervistato su tre considera i silos il vincolo più grande nell’adozione del cloud privato.

Dunque, il cloud privato è necessario. E deve essere considerato un modello, un approccio, un paradigma (inevitabile) che ha essenzialmente bisogno di un orchestratore software. È questo il senso di VCF 9.0. “VCF 9.0 combina l'agilità e la scalabilità del cloud pubblico con i benefici in termini di sicurezza, prestazioni, controllo architetturale e costo totale di proprietà (TCO) di un ambiente on-premise” recita il payoff.

Parola d’ordine, gestione unificata

VCF 9.0 è una piattaforma unificata per la gestione completa dell’infrastruttura attraverso un’interfaccia unica, una gestione avanzata di macchine virtuali e applicazioni/servizi su container, sicurezza e compliance per i dati e, ultimo ma non ultimo, uno strumento per il controllo dei costi. Inutile ricordare che la piattaforma è pensata per una gestione dell’infrastruttura distribuita, ovvero operare e proteggere un moderno cloud privato attraverso data center on-premises, su hyperscaler e cloud provider e su edge.

C’è la nuova App Quick Start per ridurre tempi e complessità di implementazione. E sono disponibili diversi livelli di gestione: costi, policy, l’intero parco macchine, identità e accessi (con single sign-on), certificati, carichi di lavoro. Il tutto con la garanzia di incremento di velocità e di produttività certificate dai benchmark Broadcom.

Si è concentrata poi l’attenzione sulla gestione delle forniture e sui consumi. Ora VCF 9.0 garantisce la gestione delle risorse dei tenant ancora più precisamente. Sono stati integrati, poi, blueprint preconfigurati che semplificano il provisioning e riducono l’operatività manuale.

Per quanto riguarda la gestione di applicazioni e servizi, il servizio Kubernetes integrato di vSphere (VKS) consente di trattare le macchine virtuali (VM) e i container allo stesso modo. In questo modo, si permette ai clienti di costruire, distribuire ed eseguire carichi di lavoro Kubernetes, sulle app virtualizzate e sui database, eliminando stack DevOps complessi e integrazioni. Gli sviluppatori possono così iniziare subito a costruire e distribuire con sicurezza e coerenza garantite.

Costi chiari e sotto controllo

Su VCF 9.0 si è posta particolare attenzione a prevedibilità e trasparenza dei costi, cogliendo e affrontando il pain diffuso per ambienti cloud pubblici. Gli insight si estendono oltre l'infrastruttura, incorporando licenze software, spese operative e costi dei data center, fornendo così una prospettiva completa sul TCO. Inoltre, gli analytics integrati permettono la modellazione predittiva dei costi per una pianificazione e previsione efficaci dell'infrastruttura.

L'ottimizzazione automatica delle risorse, inoltre, recupera dinamicamente la capacità sottoutilizzata per migliorare l'efficienza dei carichi di lavoro e prevenire la proliferazione inutile all’interno dell'infrastruttura. Relativamente alla protezione del dato e alla conformità, VCF 9.0 introduce la nuova dashboard SecOps e il supporto alle più recenti tecnologie per l’elaborazione dei produttori di chip per l’AI. Inoltre, occhio alla nuova libreria di servizi avanzati per VMware Cloud Foundation. Si tratta di un denso pacchetto di soluzioni per il cloud privato simile a quanto viene fornito dagli hyperscaler su cloud pubblico.

Broadcom aggiunge, infine, molta concretezza al lancio marketing di VCF 9.0. Dati, percentuali, parametri relativi a ogni componente d’offerta e a ogni performance di elaborazione e per il trasferimento dei dati all’interno dello storage e verso l’esterno, misurati da benchmark interni ma anche e soprattutto dai test svolti direttamente dai clienti.

Relativamente alla gestione dello storage, c’è il supporto all’utilizzo di dischi con tecnologia NVMe e l’introduzione di una vSAN (virtual SAN) governata dall’AI per la gestione della deduplica dei cluster. A proposito di networking, infine, Broadcom introduce nuove librerie per sezionare in due direzioni i flussi di traffico di rete interno ed esterno al cluster.

Chiariti i dubbi sul licensing

I test che abbiamo fatto con i clienti – conclude Derba – non solo hanno dimostrato l’altissimo valore tecnologico di VCF 9.0 ma hanno sciolto gli ultimi dubbi del mercato su VMware”. Sia in termini di performance e di completezza dell’offerta che in termini di politica di pricing e di licensing, Broadcom ha chiarito tutte le criticità alimentate dalla concorrenza in questi ultimi mesi.

Oggi il modello di pricing, puro licensing a core e da mesi non più a subscription, è trasparente, mentre è stato anche chiarito il sistema di riscatto delle licenze delle versioni precedenti, al punto da far dire a Derba che: “a conti fatti, passare alla concorrenza costerebbe di più”.

Nulla di nuovo, infine, lato partner di canale, mentre crescono le partnership tecnologiche e con i cloud provider, la ristretta cerchia di system integrator certificati italiani ha rinnovato la propria fiducia al brand.

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