Se il 60% delle imprese con più di 10 dipendenti adottasse soluzioni di IA, in linea con gli obiettivi della strategia europea “Decade Digitale”, si potrebbero generare ricavi aggiuntivi pari a circa 1.300 miliardi di euro. È quanto emerge dalla nuova ricerca realizzata dall’Istituto per la Competitività (I-Com), in collaborazione con TeamSystem.
L’Intelligenza Artificiale si conferma una leva decisiva per la competitività delle piccole e medie imprese italiane. Secondo una nuova ricerca condotta dall’Istituto per la Competitività (I-Com) in collaborazione con TeamSystem, se il 60% delle oltre 246.000 imprese italiane con più di 10 addetti adottasse almeno una tecnologia di Intelligenza Artificiale entro il 2030, si potrebbero generare ricavi aggiuntivi pari a circa 1.300 miliardi di euro, che equivale a raddoppiare la crescita di fatturato media degli ultimi 5 anni. Un potenziale ancora in gran parte inespresso, che evidenzia l’urgenza di accelerare sul fronte della trasformazione digitale e dell’innovazione.
Nel 2024, infatti, solo l’8,2% delle imprese italiane di media e grande dimensione ha integrato l’IA nei propri processi – un dato in miglioramento rispetto al 5% del 2023, ma ancora distante dalla media UE (13,5%) e soprattutto dal target del 60% previsto dalla strategia europea “Decade Digitale”. Eppure, l’impatto dell’adozione di queste tecnologie è già misurabile: a parità di settore, dimensione aziendale e area geografica le imprese che nel 2024 hanno adottato l’IA hanno registrato in media il 12% in più di ricavi rispetto a quelle che non lo hanno fatto.
A guidare l’adozione sono soprattutto le imprese di media dimensione e i settori dell’informatica, della produzione audiovisiva e delle telecomunicazioni. Cresce anche la propensione all’investimento: un quinto delle imprese italiane prevede di destinare risorse all’AI nel prossimo biennio.
Tuttavia, lo studio mostra uno stato della digitalizzazione delle imprese italiane nel 2024 ancora disomogeneo e caratterizzato da ritardi strutturali, con un forte il divario in termini di competenze digitali. La carenza di skill interne è indicata come ostacolo principale all’adozione dell’IA dal 67,4% delle aziende che già la utilizzano, a conferma di una difficoltà ancora ampiamente condivisa. Solo il 2,2%, infatti, dichiara di avere un livello di competenze “molto buono”, mentre oltre la metà si posiziona su livelli che definisce “scarsi” o “molto scarsi”.
Oltre a fornire un quadro aggiornato sul livello di adozione dell’IA, la ricerca evidenzia l’importanza di politiche pubbliche mirate – inclusi incentivi fiscali e programmi di accompagnamento – per supportare le PMI nel percorso di digitalizzazione. Tra le misure ritenute più urgenti: la semplificazione delle agevolazioni legate al Piano Transizione 5.0, l’introduzione di incentivi coerenti con il modello as a service semplici e pienamente accessibili anche per le PMI, il miglioramento dell’alfabetizzazione digitale dei decisori aziendali attraverso incentivi alla formazione e la consulenza di centri di competenza e dei Digital Innovation Hub.
Daniele Lombardo, Direttore Marketing, Comunicazione e Relazioni Istituzionali di TeamSystem ha commentato: «L’Intelligenza Artificiale rappresenta per le PMI una leva concreta per aumentare l’efficienza, migliorare la capacità decisionale e accelerare l’innovazione. Ma affinché il suo potenziale si traduca in valore reale, è fondamentale creare le condizioni giuste per favorirne l’adozione. Tra queste, un ruolo centrale spetta alle politiche pubbliche. Occorre puntare su strumenti semplici, mirati e coerenti con le esigenze delle imprese: dagli incentivi alla formazione, fino al sostegno per l’adozione di soluzioni in modalità as a service, che stanno dimostrando di essere le più accessibili per le realtà meno strutturate. TeamSystem è pronta a fare la sua parte, mettendo a disposizione un’offerta concreta e scalabile, ma è necessario un quadro di accompagnamento chiaro ed efficace per accelerare davvero la trasformazione digitale del tessuto produttivo italiano».