▾ G11 Media: | ChannelCity | ImpresaCity | SecurityOpenLab | Italian Channel Awards | Italian Project Awards | Italian Security Awards | ...

Imprese Lombardia: +5% di fatturato annuo fino al 2026

Ma la crescita non sarà per tutti: oltre 60 miliardi di fatturato aggregato, tra opportunità e forti divari territoriali e settoriali. La nuova mappa del rischio d’impresa 2025 di ReportAziende.it fotografa un sistema produttivo solido ma disomogeneo.

Mercato e Lavoro

Secondo le proiezioni contenute nella nuova Mappa del Rischio d’Impresa 2025 di ReportAziende.it, la Lombardia potrebbe registrare una crescita del fatturato tra il +3% e il +5% annuo fino al 2026, grazie a investimenti in digitalizzazione, infrastrutture e sostenibilità. Ma a trainare la ripresa non sarà l’intero sistema produttivo: i dati evidenziano forti asimmetrie tra province e comparti, che potrebbero amplificarsi nei prossimi anni.

L’analisi – basata su bilanci ufficiali, indicatori economico-finanziari e variabili qualitative – riguarda oltre 60 miliardi di euro di fatturato aggregato e mette in luce un quadro fatto di solidità, ma anche di fragilità latenti. Solo le imprese capaci di innovare, attrarre capitale e diversificare i mercati sembrano oggi pronte a intercettare pienamente la ripartenza.

“La Lombardia è potente, ma non uniforme. Cresce chi investe, innova, si apre a nuovi mercati. Ma chi resta fermo oggi rischia di scomparire domani. Non basta sapere dove si performa: serve capire come e perché. Afferma Vincenzo Augurio, ceo di ReportAziende.it. - "Il rischio d’impresa non si elimina, si governa. Le aziende che crescono sono quelle che anticipano il cambiamento, investono in tecnologia, valorizzano il capitale umano e si alleano per rafforzare le proprie filiere. Serve una visione chiara, soprattutto per affrontare le transizioni ambientale e digitale. Chi ha una strategia oggi può trasformare l’incertezza in vantaggio competitivo. La mappa del rischio serve proprio a questo: capire dove siamo e dove possiamo arrivare."

Focus territoriale: un sistema a geometria variabile

Milano domina per concentrazione economica e accesso ai capitali, con un rischio d’impresa contenuto. Brescia e Bergamo si confermano solide nella manifattura – anche grazie alla presenza di gruppi come A2A e Dalmine-Tenaris – ma restano esposte alle fluttuazioni dei mercati globali, ai costi energetici e alla scarsità di manodopera qualificata. Monza e Brianza si distingue per capacità innovativa nei settori hi-tech, ma presenta una forte dipendenza dalle filiere internazionali. Province come Mantova, Varese, Como, Cremona e Lodi mostrano specializzazioni settoriali più marcate, spesso ad alta intensità di capitale umano o tecnologico, con livelli di rischio variabili e in alcuni casi in crescita.

Focus settoriale: leadership in trasformazione

Il settore energetico – con oltre il 40% del fatturato regionale – è centrale ma soggetto a volatilità, con ritorni a lungo termine e alta esposizione normativa. La tecnologia conferma il suo potenziale ma è fragile, stretta tra la necessità di investimenti continui e l’instabilità delle catene globali del valore. Più resilienti, per ora, risultano i comparti del food e della grande distribuzione, sostenuti da domanda interna e cash flow stabili.

Previsioni e scenari futuri

Lo scenario base prevede, per il triennio 2024–2026, una crescita moderata ma costante, con tassi di incremento tra il 3% e il 5% annuo. I principali fattori positivi includono la ripresa degli investimenti infrastrutturali ed energetici, l’accelerazione della transizione digitale e l’espansione dei settori legati alla sostenibilità. Tuttavia, rimangono forti elementi di cautela: dalle incertezze geopolitiche alle difficoltà nel reperimento di personale qualificato, fino alle pressioni inflazionistiche sui costi di produzione.
Uno scenario ottimistico, favorito da politiche pubbliche efficaci e investimenti mirati, potrebbe spingere la crescita oltre il 7% annuo, grazie a un rafforzamento della competitività nei settori ad alta tecnologia e allo sviluppo di nuovi distretti industriali green.
Al contrario, uno scenario pessimistico – determinato da un deterioramento del contesto internazionale o da una stagnazione degli investimenti – comporterebbe un rallentamento generalizzato, con impatti significativi sui comparti export-oriented e sulle Pmi meno strutturate.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di ImpresaCity.it iscriviti alla nostra Newsletter gratuita.
Abbonati alla rivista ImpresaCity Magazine e ricevi la tua copia.

Notizie correlate

Iscriviti alla nostra newsletter

Soluzioni B2B per il Mercato delle Imprese e per la Pubblica Amministrazione

Iscriviti alla newsletter