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Unimpresa: con la Tari aumenti fino al 600% rispetto alle Tares

Le richieste di pagamenti potrebbero arrivare a 20-30mila euro l’anno per un’attività svolta in locali con superficie di appena 120 metri quadrati.

Mercato e Lavoro
Aumenti fino al 600% ed esborsi che possono arrivare a 30mila euro per un attività commerciale svolta in appena 120 metri quadrati. E’ uno dei casi più clamorosi a cui vanno incontro nel 2014 i commercianti italiani con la nuova Tari che, rispetto alla Tares porterà a incrementi medi del 300% del tributo sui rifiuti.
Gli effetti devastanti del passaggio alla Tari (la componente rifiuti della nuova Iuc, l’imposta unica comunale) sono stati calcolati da Unimpresa, che ha effettuato monitoraggi e simulazioni tra le imprese associate attraverso la sua rete di 900 Centri di assistenza fiscale sparsi su tutto il territorio nazionale.
L’incremento del versamento più robusto sarà a carico di negozi di ortofrutta, pescherie, attività di vendita di fiori e piante che subiranno un aumento del 600%; un rincaro del 500% è previsto per le discoteche, mentre per ristoranti e pizzerie vedranno salire i versamenti del 450%
“Per i commercianti, e non solo, il 2014 potrebbe rappresentare l’annus horribilis fiscale. I negozianti sono vicini al collasso e la mazzata tributaria in arrivo potrebbe essere il colpo di grazia. La nuova Iuc varata dal governo è una presa in giro: non solo non si tratta di un balzello unico ma la Tasi e la Tari saranno più care di Imu e Tares. Con la conseguenza di andare a gravare sulle piccole attività commerciali già stremate dalla crisi e dalla recessione” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
“A livello territoriale stiano portando avanti vere e proprie battaglie. I responsabili delle nostre sedi locali stanno avviando contatti con le amministrazioni comunali al fine di studiare soluzioni volte ad attenuare l’impatto sui bilanci degli esercenti pur nel rispetto delle esigenze di bilancio e di gettito” aggiunge Longobardi.  Secondo il presidente di Unimpresa “il Governo deve intervenire e nell’ambito del tavolo di confronto con l’Anci deve studiare un intervento per aiutare il commercio”.
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