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Confcommercio: a marzo l’indice di disagio sociale si è attestato a 12,0 (-0,6 su febbraio)

Il ridimensionamento è stato favorito dal permanere di dinamiche inflazionistiche più contenute per i beni e i servizi ad alta frequenza d’acquisto (2,5% dal 2,8% del mese precedente) e dal miglioramento della disoccupazione estesa (8,0% a fronte dell’8,3% di febbraio).

Mercato e Lavoro

Il Misery Index Confcommercio di marzo 2024 si è attestato a 12,0, in riduzione di sei decimi di punto su febbraio, consolidando la tendenza al ridimensionamento dell’area del disagio sociale iniziata ad agosto dello scorso anno. Il permanere di dinamiche positive sul versante del mercato del lavoro - trend che, al di là di alcune sporadiche battute d’arresto, prosegue da febbraio del 2021 - ed il contemporaneo rientro dell’inflazione hanno permesso il ritorno dell’indicatore su livelli che non si registravano dall’inizio del 2009.

Dalla rilevazione continua sulle forze di lavoro si registra, a marzo, un aumento di 70mila occupati sul mese precedente e una diminuzione di 53mila persone in cerca di lavoro. A questi andamenti si è associato un lieve aumento degli inattivi (+12mila sul mese). Queste dinamiche hanno portato a un ridimensionamento del tasso di disoccupazione ufficiale, sceso al 7,2%. Nello stesso mese le ore autorizzate di CIG sono state circa 39 milioni, a cui si sommano poco più 968mila di ore per assegni erogati dai fondi di solidarietà. In termini di ore di CIG e FIS effettivamente utilizzate questi dati hanno comportato una contenuta riduzione, su febbraio, delle unità di lavoro standard (Ula) destagionalizzate. Il combinarsi di queste dinamiche ha determinato un miglioramento del tasso di disoccupazione esteso sceso all’8,0%.

A marzo 2024 i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno mostrato una variazione su base annua del 2,5%, in ripiegamento di tre decimi di punto rispetto a febbraio. Stando alle prime stime, ad aprile la tendenza al rientro dovrebbe aver registrato una battuta d’arresto: la variazione dei prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto si attesterebbe, su base annua, al 2,7%.

"Il miglioramento rilevato nei periodi più recenti non deve far trascurare i rischi di un possibile deterioramento dell’indicatore nei prossimi mesi. Il contributo dell’inflazione al contenimento dell’area del disagio sociale si va riducendo, con possibili e temporanei impulsi negativi. Allo stesso tempo, il ricorso a forme d’integrazione salariale per coloro che sono già occupati è ancora su livelli più elevati rispetto al biennio 2018-2019. Quest’ultimo aspetto segnala la presenza di alcune criticità all’interno del mercato del lavoro e i rischi di un possibile rallentamento, nel breve periodo, delle dinamiche occupazionali. Elemento che potrebbe portare nella seconda parte del 2024 ad un sia pur contenuto ampliamento dell’area del disagio sociale" conclude Confcommercio.

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