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Osservatorio PoliMi: il mercato dell’Internet Of Things a 9 Mld di euro, +9%

Cresce in particolare il fatturato dei settori Smart Factory (+16%) e Smart City (+15%). 41 milioni di connessioni IoT cellulari (+5%), 100 milioni abilitate da altre tecnologie (+17%), di cui 3 milioni di connessioni tramite reti LPWA (+25%).

Mercato e Lavoro

Non si arresta la corsa del mercato italiano dell’Internet of Things. Nel 2023 ha raggiunto un valore di 8,9 miliardi di euro, +9% rispetto al 2022. Tra i diversi ambiti, la fetta più grande del mercato è rappresentata dalla Smart Car, con un fatturato di oltre 1,5 miliardi di euro, 18% del totale. Al secondo posto, le applicazioni IoT nel mondo utility (Smart Metering e Smart Asset Management) con 1,38 miliardi di euro (+1%). Nel 2023 sono stati installati altri 750.000 contatori gas connessi, portando la diffusione all’87% del parco complessivo, e 1,7 milioni contatori elettrici di seconda generazione, raggiungendo quota 71%. Novità arrivano anche sul fronte idrico, con 850.000 contatori smart installati nel 2023 (raggiunta quota 17% del totale) e prospettive di crescita per il futuro.

Seguono Smart Building (1,3 miliardi, -1%), Smart City (950 milioni, +15%), Smart Factory (905 milioni, +16%), Smart Home (810 milioni, + 5%), Smart Logistics (770 milioni, +8%), Smart Agricolture (570 milioni, +6%) e Smart Asset Management (330 milioni, +7%).

Gli oggetti connessi attivi in Italia sono 140 milioni, poco più di 2,4 per abitante. A fine 2023 si contano 41 milioni di connessioni IoT cellulari (+5% rispetto al 2022) e 100 milioni di connessioni abilitate da altre tecnologie di comunicazione (+17%). Tra queste, una spinta importante arriva dalle reti LPWA (Low Power Wide Area) che vedono una crescita significativa, passando da 2,4 milioni a 3 milioni di connessioni. Parallelamente, l’offerta di soluzioni IoT continua a evolvere, con un numero crescente di aziende in grado di raccogliere grandi quantità di dati dagli oggetti connessi, grazie ai quali è possibile integrare la propria offerta con nuovi servizi di valore. Questo approccio ha un impatto diretto sui numeri del mercato: i servizi raggiungono quota 4 miliardi di euro (+14% vs 2022).

Sono alcuni dei risultati della ricerca dell'Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano*, presentata oggi durante il convegno “Notte prima degli esami: Internet of Things alla prova di maturità”.

“Se si considera la riduzione degli incentivi legati al Piano Transizione 4.0 e al Superbonus nel corso dell’anno, il risultato è particolarmente positivo - afferma Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio IoT -. Guardando al futuro, una prima grande sfida da cogliere riguarda la valorizzazione dei dati raccolti dai dispositivi. Da un lato, l’utilizzo dei dati può migliorare le performance del business attuale tramite, ad esempio, l’efficientamento delle operations o il miglioramento dell’offerta. Dall’altro, permette alle imprese di espandere il proprio business o modificarne la natura, abilitando servizi aggiuntivi per i propri clienti e nuovi modelli di business basati sulla servitizzazione. Su questi temi c’è ancora molta strada da fare, anche se iniziano ad arrivare sul mercato nuove soluzioni sempre più avanzate in grado valorizzare concretamente i dati raccolti”.

“Altre due grandi sfide che il mercato dovrà affrontare riguardano l’integrazione tra IoT e Intelligenza Artificiale da un lato, e un maggior focus sulla sostenibilità (in primis ambientale) dall’altro – osserva Angela Tumino, Direttrice dell’Osservatorio IoT –. E’ infatti proprio grazie all’effettiva capacità di sfruttare l’enorme potenziale derivante dall’integrazione tra IoT e AI che si porranno le basi per lo sviluppo del mercato futuro, grazie a nuovi scenari di utilizzo e ai numerosi benefici derivanti dall'impiego di dispositivi sempre più intelligenti. Anche la sostenibilità è sempre più al centro dell’attenzione di imprese e cittadini, e l’IoT può giocare un ruolo importante. Occorre però saper sbloccare questo potenziale, con il contributo di imprese, enti regolatori e pubbliche amministrazioni”.

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