▾ G11 Media Network: | ChannelCity | ImpresaCity | SecurityOpenLab | GreenCity | Italian Channel Awards | Italian Project Awards | ...

Banche: Unimpresa, rate non pagate da imprese a 34 miliardi, record in Lombardia

La Lombardia è in cima alla classifica delle imprese con più arretrati in banca per 7,8 miliardi di euro pari al 23% del totale: 2,6 miliardi sono sofferenze, 4,9 miliardi inadempienze probabili e 277 milioni rate scadute.

Mercato e Lavoro

Ammontano a oltre 34 miliardi di euro i prestiti bancari non rimborsati dalle aziende italiane: il record è delle imprese della Lombardia, dove gli arretrati dei finanziamenti valgono, con quasi 8 miliardi, il 23% del totale nazionale. A seguire, nella speciale classifica delle “regioni più indebitate”, c’è il Lazio, con 4 miliardi e 887 milioni (14%); poi, sul terzo posto del podio, l’Emilia Romagna con 3,2 miliardi (9,5%). La Sardegna, con 603 milioni (1,8%), l’Umbria con 487 milioni (1,4%) e la Calabria con 483 milioni (1,4%) sono, invece, il terzetto di coda nel ranking territoriale sui crediti ammalorati delle banche relativi ai prestiti concessi ad aziende e imprese familiari. La radiografia delle aree territoriali del Paese svela che il Nord Ovest è la zona più critica, per le imprese, con 10,5 miliardi di non performing loan pari al 30,9% ovvero quasi un terzo del totale nazionale.

È quanto emerge da un report del Centro studi di Unimpresa sui non performing loan (npl), secondo il quale a fine 2023 il totale delle rate non onorate di prestiti bancari alle imprese era pari a 34,1 miliardi: di questi 13,1 miliardi corrispondono a sofferenze (la categoria peggiore, che equivale a perdite per gli istituti), 19,3 miliardi a inadempienze probabili (la fascia intermedia sul piano dei rischi) e 1,5 miliardi sono, invece, rate scadute (la tipologia che ha più probabilità di tornare alla regolarità).

Secondo il report del Centro studi di Unimpresa, che ha elaborato dati della Banca d’Italia, a dicembre 2023 il totale dei prestiti bancari non ripagati regolarmente dalle aziende e dalle imprese familiari italiane era pari a 34,1 miliardi di euro: di questi 13,1 miliardi corrispondono a sofferenze (la categoria peggiore, che equivale e perdite per gli istituti), 19,3 miliardi a inadempienze probabili (la fascia intermedia sul piano dei rischi) e 1,5 miliardi sono, invece, rate scadute (la tipologia che ha più probabilità di tornare alla regolarità).

«I crediti deteriorati delle imprese vanno tenuti sotto controllo per due ragioni: la prima è che la liquidità concessa a tassi variabili è soggetta ad aumenti delle rate e questo vuol dire, nel tempo, maggiori difficoltà nell’onorare le scadenze relativi ai rimborsi; il secondo motivo riguarda i tassi sui nuovi prestiti cioè condizioni di accesso al credito più sfavorevoli per le imprese rispetto agli anni scorsi. Si tratta di un mix pericolosissimo per l’economia italiana, un allarme liquidità che mi pare fortemente sottovalutato. L’azione del governo sulle banche, con la tassa sugli extraprofitti, oltre a portare gettito aggiuntivo nelle casse dello Stato, doveva servire anche come moral suasion nei confronti dei vertici del sistema bancario affinché cambiassero atteggiamento e ci fosse più attenzione alle esigenze delle imprese, ma da questo punto di vista mi pare che l’obiettivo sia stato fallito» ha commentato il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di ImpresaCity.it iscriviti alla nostra Newsletter gratuita.

Notizie correlate

Iscriviti alla nostra newsletter

Soluzioni B2B per il Mercato delle Imprese e per la Pubblica Amministrazione

Iscriviti alla newsletter