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Quanto costa il downtime di un data center?

Uno studio di Ponemon Institute analizza gli effetti degli stop di sistema, pesanti dal punto di vista economico.

Cloud
Non dovrebbe suonare come una sorpresa che il crescente peso dei servizi basati sulle reti e sul cloud rendono più oneroso l’impatto di un possibile blocco di sistema. Un recente studio prodotto dal Ponemon Institute, sponsorizzato da Emerson Network Power, il costo dei downtime, considerando gli effetti diretti, indiretti e le opportunità perse, è cresciuto di oltre il 40% negli ultimi tre anni.
Pur essendo basato su un campione di 450 amministratori di data center di imprese americane, l’analisi fornisce utili spunti di riflessione anche per i professionisti It di casa nostra. Intanto, gli stop non pianificati sono abbastanza all’ordine del giorno, visto che oltre il 90% del campione ne ha avuto almeno uno negli ultimi due anni. In media, gli incidenti di questo tipo, che quindi riguardano il blocco completo del data center, sono stati due, nel periodo considerato, con un blackout della durata di circa due ore.
In base ai calcoli effettuati dal Ponemon Institute, le due ore di stop hanno un costo medio stimato in 900 mila dollari, che equivalgono a 7.900 dollari al minuto. I crash parziali, che possono riguardare uno o più rack all’interno di un data center, hanno invece un tempo di ripristino medio di meno di un’ora e un costo stimato di circa 350mila dollari.
Nell’80% dei casi, i responsabili It hanno dichiarato di essere stati in grado di individuare l’origine della cadura, citando casistiche diverse. Lo scarso controllo degli Ups (soprattutto delle batterie) è la causa primaria, visto che la loro presenza dovrebbe proprio evitare il blackout totale dell’It. Nel 46% dei casi, però, è stato citato l’errore umano e nel 46% un’insufficiente capacità dell’Ups. Percentuali più basse, ma sopra il 30%, hanno ottenuto anche i cyberattacchi, le infiltrazioni di acqua e cause legate alla meteorologia.
L’aspetto maggiormente positivo della ricerca riguarda il fatto che nel corso del tempo i data center sono diventati più affidabili (il primo analogo studio risale al 2010), essendo calati sia il numero di incidente che la durata dello stop.
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