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Potere d’acquisto, Confesercenti: crollato per disoccupazione e fisco

Confesercenti: “Nel 2013 scenderà di altri 25 miliardi (-4,8%). Situazione insostenibile, ma il Parlamento è ancora in tempo per ridurre il disagio sociale”.

Mercato e Lavoro
Secondo i calcoli di Confesercenti, nel 2013 il potere d’acquisto delle famiglie italiane registrerà un ulteriore calo del 4,8%, pari a circa 25 miliardi. Un cifra consistente, che metterà ancora più in difficoltà le famiglie e che porrà un’ipoteca sulla già debole ripresa dei consumi che dovrebbe verificarsi a partire dal 2014.
Massimo Vivoli, Vice Presidente vicario di Confesercenti ricorda che “il macigno della disoccupazione e l’insostenibile peso della pressione fiscale in assenza di crescita spiega purtroppo il preoccupante stato delle condizioni economiche e sociali del Paese. Altro che uscita dalla crisi, la priorità è quella di non peggiorare la situazione. Il calo infatti si è concentrato  in questi ultimi due anni: da 2012 a fine 2013, il potere d’acquisto diminuirà di oltre il 9%. E per i pensionati italiani il 2014 segnerà un’ulteriore stangata: la legge di stabilità, infatti, tagli alle rivalutazioni ed esclusione dai benefici Irpef, prevede per loro una riduzione del reddito disponibile nel 2014 compresa per il pensionato medio tra i 294 e i 389 euro l’anno, per effetto del taglio alle pensioni, del mancato sgravio fiscale e dell’aumento del prelievo fiscale locale e nazionale. Il Parlamento ha ancora la possibilità di correggere almeno questo stato di cose – conclude Vivoli -passando da una insufficiente polverizzazione dei pochi benefici fiscali alla concentrazione degli interventi sui redditi medio-bassi e sulle Pmi, recuperando le risorse che mancano con tagli più coraggiosi degli sprechi della spesa pubblica”.

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