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Hitachi Vantara: data center più sostenibili sono una priorità anche in Italia

Una ricerca evidenzia però che finora i  progressi sono stati lenti a causa della troppa burocrazia

Trasformazione Digitale

Per le aziende italiane la sostenibilità è una priorità; quasi i tre quarti affermano di aver fissato gli obiettivi per raggiungere la carbon neutrality (60%) e le zero emissioni nette di carbonio (72%): lo rivela una recente indagine di Hitachi Vantara, dalla quale emerge anche che se il 92% dei partecipanti afferma di essere "in linea" o "in anticipo" rispetto a tali obiettivi, i progressi effettivi potrebbero non essere così prossimi come molti pensano.

Lo scopo dell’indagine, condotta da ThoughtLab per conto di Hitachi Vantara su 1000 aziende in numerosi Paesi del mondo, Italia compresa, era far luce sull'importanza della sostenibilità per le imprese di oggi e sulle misure adottate per affrontare le sfide attuali legate alla sostenibilità dei dati.


Relativamente alle aziende italiane, la ricerca evidenzia in primo luogo che tra i principali motori che hanno portato le imprese a definire gli obiettivi di sostenibilità figurano gli obblighi etici (64% rispetto a una percentuale europea pari al 53%), la conformità alle normative (58%, percentuale europea: 57%) e l'ottimizzazione dei costi (40%, percentuale europea: 38%).

Inoltre, il 49% delle aziende italiane opera i propri data center in loco, il 21% nel cloud e il 30% in modalità di co-location; lo stesso vale anche per le aziende negli altri Paesi europei. È previsto che queste percentuali nei prossimi due anni cambieranno rispettivamente al 39%, 29% e 32% (38%, 28% e 34% in Europa); più di un terzo (42%) delle imprese italiane ha dichiarato di non avere una strategia di sostenibilità e un piano di implementazione, contro il 36% in Europa;

Non solo. Il raggiungimento degli obiettivi richiederà ancora decenni: in media, le imprese italiane non prevedono di raggiungere zero emissioni di carbonio nette prima del 2047, così come il resto dell’Europa, a parte il Regno Unito che auspica di arrivarci un anno prima; il maggior ostacolo citato è il rispetto delle normative (52%, percentuale europea: 47%), inoltre il 28% (31% in Europa) ha dichiarato di avere un budget insufficiente per raggiungere tali obiettivi e il 20% (31% in Europa) ha anche notato di avere un accesso inadeguato ai dati critici sulla sostenibilità;

Per quanto riguarda le emissioni, in media, i data center italiani producono il 4,19% (4,12% in Europa) di emissioni di carbonio. Poco più della metà degli intervistati (54%) ha dichiarato che tali emissioni non sono cambiate negli ultimi due anni; il 33% che sono diminuite dall'1% al 10%, mentre il 13% ha affermato che sono addirittura aumentate dall’1% al 10%. In prospettiva, fra due anni il 39% prevede che tali emissioni rimarranno invariate o aumenteranno; solo il 17% prevede una riduzione superiore al 10%.

In generale, le aziende italiane si stanno concentrando su fornitori di cloud pubblico (54%, percentuale europea: 56%), infrastrutture hardware (52%, percentuale europea: 41%) e strutture di data center (46%, percentuale europea: 43%) per ridurre l'impatto delle emissioni di carbonio e i costi del proprio data center.


L’Italia è il secondo Paese europeo per il quale la creazione di un data center ecologico è una priorità assoluta per le aziende (60%), subito dopo la Germania (65%) e prima di Regno Unito (52%) e Spagna (48%).

Rispetto alle azioni già intraprese per ridurre le emissioni di carbonio, migrare i dati e i carichi di lavoro su una piattaforma cloud energeticamente efficiente ed implementare sistemi di raffreddamento efficienti sono state le risposte più comuni, entrambe con una percentuale del 44% (Germania: 51% e 49%; Spagna: 34% e 28%, UK: 57% e 44%).

Decarbonizzare i data center è stata la principale area in cui le aziende italiane hanno dichiarato di avere bisogno di assistenza esterna (44%, percentuale europea: 37%), a seguire l’adozione di misure di economia circolare e di riduzione dello spreco (42%, percentuale europea: 31%).

Parte del problema sembra essere che il management non è pienamente d’accordo sull'importanza della modernizzazione del data center per raggiungere gli obiettivi complessivi di sostenibilità. Infatti, solo il 33% dei CEO ritiene che un data center ecologico sia uno dei modi più efficaci per ridurre l'impronta di carbonio della propria azienda; concordano, invece, il 67% dei CIO e il 100% dei responsabili della sostenibilità.

"Per raggiungere gli obiettivi di zero emissioni nette, le aziende devono stabilire, con il coinvolgimento del management, una strategia concreta e un piano di implementazione che prendano in considerazione lo spettro delle potenziali emissioni dovute al complesso dell’infrastruttura IT, compresi l’edge, i dispositivi on-premise, quelli off-premise e le comunicazioni Internet. Come emerso dall'indagine, troppe aziende – in Italia il 58%, rispetto ad una media europea del 47% – stanno permettendo che le loro strategie siano dettate dalle scadenze e dalla direzione imposte dalle normative, il che può essere un ostacolo perché le imprese rischiano di finire per concentrarsi sulle necessità immediate invece di dare priorità alle motivazioni aziendali per un'operatività sostenibile e al potenziale futuro di crescita che la sostenibilità è in grado di offrire", commenta Maggie Laird, Responsabile del settore Lumada Software Business e della sostenibilità aziendale in Hitachi Vantara.

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