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Confindustria: tra il 2019 e il 2022 le multinazionali sono rimaste in Italia a presidio delle filiere internazionali

Dal Terzo Rapporto realizzato dall’Osservatorio Imprese Estere di Confindustria e Luiss emerge che le imprese estere che hanno investito in Italia mostrano una minor propensione a disinvestire tra il 2019 e il 2022 rispetto a quanto succede negli altri mercati globali, preferendo restare nel Paese con un presidio per lo più a valle delle filiere internazionali.

Mercato e Lavoro

Sono 15.631 le imprese a controllo estero attive in Italia e forniscono un contributo significativo all’economia nazionale, rappresentando dei partner strategici per la crescita della competitività del paese: impiegano l’8,8% degli addetti, realizzano il 19,0% del fatturato, il 16,5% del valore aggiunto e il 26,8% della spesa in ricerca e sviluppo, il 32,3% dell’export e il 50,3% dell’import di merci.

Sono i numeri del Terzo Rapporto realizzato dall’Osservatorio Imprese Estere di Confindustria e Luiss, “Le imprese estere in Italia: tra segnali di ripresa e nuovi rischi globali”, presentato oggi a Roma presso The Dome – Campus Luiss in occasione del primo Annual Meeting dell’Advisory Board Investitori Esteri (ABIE) di Confindustria, dal titolo “Le imprese globali e il mondo che verrà”. Il Rapporto, oltre ad aggiornare i dati sulle caratteristiche delle multinazionali nel contesto del sistema produttivo italiano, analizza il contributo di queste realtà all’export, alle filiere di riferimento e ai territori in cui operano, alla luce della “doppia crisi” generata da Covid-19 e all’effetto combinato dell’ondata inflazionistica e delle tensioni geo-politiche.

Dal Rapporto emerge che le imprese estere che hanno investito in Italia mostrano una minor propensione a disinvestire tra il 2019 e il 2022 rispetto a quanto succede negli altri mercati globali, preferendo restare nel Paese con un presidio per lo più a valle delle filiere internazionali. La riorganizzazione delle filiere intra-gruppo al di fuori dei confini nazionali mostra come sia stata avviata una tendenza alla semplificazione, con filiere relativamente più corte e maggiormente differenziate geograficamente e infatti alcune proiezioni segnalano che, nonostante l’Italia sia stata colpita in modo importante dalla pandemia, non ci sia l’intenzione di dismettere le affiliate in Italia da parte degli head quarters.

Inoltre, il Rapporto attesta che, rispetto al 2021, le imprese a controllo estero in Italia nel 2022 hanno registrato una crescita del 21% delle esportazioni verso i Paesi esteri, che corrisponde all’incremento più alto in rapporto a tutte le altre tipologie di imprese che operano nel Paese.

“Le imprese a capitale estero sono determinanti per la crescita del nostro paese e i lavori dell’Osservatorio consentono di individuarne con chiarezza le ragioni. La proposta che portiamo al Governo è di organizzare annualmente un incontro con i CEO globali, come avviene già in tanti altri paesi nostri competitor, per attrarre e pianificare gli investimenti strategici del prossimo futuro. Noi siamo disponibili da subito ad attivarci e collaborare all’organizzazione dell’iniziativa”, ha dichiarato la Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria e presidente di ABIE, Barbara Beltrame Giacomello.

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