▾ G11 Media: | ChannelCity | ImpresaCity | SecurityOpenLab | Italian Channel Awards | Italian Project Awards | Italian Security Awards | ...

Materie prime: rispetto al pre covid ci costano 80 Mld in più

L’incremento dei prezzi delle materie prime ha provocato il conseguente aumento dell’inflazione che nel nostro Paese ormai viaggia su doppia cifra.

Mercato e Lavoro

Sebbene negli ultimi mesi i prezzi delle materie prime siano in calo, l’importazione di questi prodotti potrebbe costare quest’anno al sistema Paese almeno 80 miliardi di euro in più rispetto al periodo pre Covid. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA.

I prezzi dei metalli e dei minerali, ad esempio, in questi ultimi tre anni sono rincarati mediamente del 25,7 per cento; quelli energetici2 , invece, sono raddoppiati (+101,3 per cento). Va tuttavia segnalato che tra gli energetici l’aumento del prezzo del carbone è stato del 463,3 per cento e del gas naturale addirittura del 671,6 per cento. Più contenuti, invece, i rincari registrati dal ferro (+4,6 per cento), dallo stagno (+16,8 per cento), dallo zinco (+21 per cento), dal nickel (+29,3 per cento), dall’alluminio (+30,7 per cento), dal rame (+32,9 per cento) e dal petrolio (+57,7 per cento). Sempre rispetto al 2019, tra le materie prime prese in esame dalla CGIA su dati della Banca Mondiale, solo il piombo ha subito una diminuzione del prezzo dell’8,4 per cento.

Ad aver sicuramente spinto all’insù i prezzi delle materie prime ha concorso anche il costo dei noli marittimi dei container che sebbene nell’ultimo anno abbia subito una contrazione media del 68 per cento, rispetto all’avvento della pandemia è cresciuto del 170 per cento . Va ricordato che il 90 per cento circa del trasporto internazionale di merci viaggia per mare e un ruolo determinante nel trasporto container è tenuto dai paesi dell’estremo oriente. La Cina, ad esempio, con 14 porti nella top 20 generale controlla oltre il 54 per cento della quota di mercato mondiale.

L’incremento dei prezzi delle materie prime ha provocato il conseguente aumento dell’inflazione che nel nostro Paese ormai viaggia su doppia cifra. Questa situazione, ovviamente, colpisce tutti; in particolar modo i contribuenti a reddito fisso che subiscono una forte perdita di potere d’acquisto. Con “meno” soldi in tasca, evidentemente anche la domanda interna è destinata a ridursi. Gli ultimi dati previsionali presentati dalla Commissione europea, ci dicono che nel 2023 i consumi delle famiglie italiane sono destinati ad aumentare di un impercettibile 0,1 per cento che, indirettamente, penalizzerà anche le imprese e i lavoratori autonomi.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di ImpresaCity.it iscriviti alla nostra Newsletter gratuita.
Abbonati alla rivista ImpresaCity Magazine e ricevi la tua copia.

Notizie correlate

Speciali Tutti gli speciali

Reportage

speciali/2025/confsec-bari

Speciale

Speciale Big Data e Analytics

Speciale

Un manufacturing sempre più digitalizzato

Speciale

Le prospettive del nuovo data center

Speciale

Speciale System Integrator

Calendario Tutto

Set 24
IDC People at Processes at Work Summit 2025 - Milano
Ott 02
Dynatrace Innovate Roadshow - Roma
Ott 15
IDC Data & AI Summit 2025 - Milano
Ott 16
Fortinet Security Day 2025 - Milano
Ott 21
CyberTech Europe 2025
Nov 05
Fortinet Security Day 2025 - Roma
Dic 02
WPC 2025

Magazine Tutti i numeri

ImpresaCity Magazine


Leggi il Magazine

Iscriviti alla nostra newsletter

Soluzioni B2B per il Mercato delle Imprese e per la Pubblica Amministrazione

Iscriviti alla newsletter

www.impresacity.it - 8.3.21 - 4.6.1