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Energia: Unimpresa, servono 45 miliardi per sostenere Pmi in prossimi mesi

Il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara: "Quelle energetica è la vera emergenza del nostro Paese e anche del resto d’Europa, al netto delle differenze tra i vari membri dell’Unione europea".

Mercato e Lavoro

Occorrono oltre 45 miliardi di euro affinché le piccole e medie imprese italiane possano superare senza affanni l’autunno e l’inverno, facendo fronte all’aumento dei costi energetici. Si tratta di circa 7,5 miliardi al mese da ottobre fino a marzo compreso, necessari alle 750mila pmi del Paese, che si trovano a fare i conti con un aggravio di spesa, a causa dell’impennata del prezzo del gas e dell’energia elettrica, pari in media a 10mila euro ciascuna.

«Condivido l’appello del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha chiesto un intervento immediato, al prossimo governo, per sostenere le grandi aziende del nostro Paese. Misure economiche importanti sono indispensabili anche per le realtà più piccole, quelle piccole e medie imprese che rappresentano la spina dorsale della nostra economia, che danno lavoro alla stragrande maggioranza degli occupati in Italia» commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.

«Quelle energetica è la vera emergenza del nostro Paese e anche del resto d’Europa, al netto delle differenze tra i vari membri dell’Unione europea. Tra chi dice che serve una soluzione interna e chi, invece, sostiene sia necessaria un’azione unica, coordinata a Bruxelles, io mi pongo a metà: credo sia indispensabile anzitutto un piano emergenziale nazionale, tarato su misura sulle esigenze delle nostre imprese e delle nostre famiglie; abbiamo bisogno immediatamente di sostegni perché il sistema economico italiano è vicino al collasso, considerando che i costi super spingono molti imprenditori a fermare le produzioni, a chiudere gli uffici e, addirittura, nei casi estremi, a mettere in liquidazione le loro aziende. Ma questa è una misura che tampona la ferita, frena l’emorragia, ma non risolve la patologia, che ha le sue cellule malate nella speculazione internazionale. Ecco, qui serve una terapia europea, un piano d’azione condiviso tra tutti i principali partner dell’Ue» aggiunge Ferrara.

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