Rispetto al precedente trimestre +10,2%. Il comparto legato ai metalli di base e prodotti in metallo rimane il principale motore della crescita dell’export lombardo.
Cresce il valore dell'export delle imprese lombarde anche nel secondo trimestre, nonostante i problemi legati all’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie e le difficoltà per alcune forniture. Il contributo della regione all’export nazionale rimane prevalente, la performance della Lombardia spiega ben 5,5 punti percentuali della crescita registrata a livello nazionale (+22,2% tendenziale).
La domanda estera mostra alcuni segnali di rallentamento, ma l’export lombardo cresce comunque del +10,2% rispetto allo scorso trimestre. Lo fa grazie anche alla spinta dei prezzi in continuo aumento e raggiunge il valore di 42,3 miliardi di euro.
Il confronto con il secondo trimestre del 2021 (valori pre-crisi) è ampiamente positivo (+20,7%). L’analisi dell’andamento dei volumi di merci scambiate sembra confermare l’importante contributo degli incrementi di prezzo alla crescita del valore esportato. Le quantità, infatti, si riducono del 4%, al netto dei mezzi di trasporto che registrano un incremento anomalo in questo trimestre (il ‘peso’ pari al 22% del totale esportato con un +185,1% congiunturale è legato a prodotti dal peso unitario considerevole come mezzi ferroviari, aeromobili, navi).
“Anche se l’incremento dei prezzi spinge il dato a valore del nostro export, la capacità delle imprese lombarde di competere sui mercati internazionali nonostante il peggioramento delle condizioni economiche è sempre molto forte – ha commentato il presidente di Unioncamere Lombardia, Gian Domenico Auricchio -. Lo sbocco sui Paesi esteri rimane determinante in vista anche delle difficoltà che stiamo già affrontando sul mercato interno e che potrebbero peggiorare nell’immediato futuro portando a contrazioni della domanda”.
Il comparto legato ai metalli di base e prodotti in metallo rimane il principale motore della crescita dell’export lombardo (+30,7% tendenziale) con effetti positivi sulla performance della maggior parte delle provincie. Si registrano incrementi tendenziali a due cifre anche per il valore dell’export delle restanti categorie di prodotto, ad eccezione dei macchinari e apparecchi che si fermano al +6,4%, contribuendo comunque significativamente alla crescita complessiva. In negativo solo i mezzi di trasporto (-2,6% tendenziale).
Considerando le aree geografiche di destinazione delle merci lombarde, si registrano incrementi generalizzati. Apportano i maggiori contributi positivi i flussi di merci verso i paesi dell’Unione Europea a 27, quindi escluso in Regno Unito, (+23,8% tendenziale). L’America settentrionale (+34,4%) e i Paesi europei non UE (+13,9%), compreso il Regno Unito. Meno intenso ma significativo il contributo dell’America centro-meridionale (+24,3%) e del Medio Oriente (+15,5%). I Paesi UE spiegano più della metà dell’incremento tendenziale lombardo (12,8 punti percentuali).
I flussi di merci lombarde risultano in crescita in particolare verso le principali destinazioni europee: +30,5% la Spagna, +25,1% la Germania e +20,7% la Francia. Tra le destinazioni non EU-27 si registrano i maggiori incrementi verso il Messico (+41,6%), gli Stati Uniti (+36%), la Corea del sud (+32,7%), la Svizzera (+27,8%), l’India (26,7%), gli Emirati Arabi Uniti (+23,6%), la Turchia (+21,8%) e il Canada (+21,3%). Considerando i principali paesi per le varie aree geografiche si riscontrano alcuni dati negativi. Cala, infatti, l’export verso Cina (-4,6%), Hong Kong (-11,6%), Egitto (-9%) e Algeria (-3,5%). L’effetto dell’incremento delle sanzioni applicate alla Federazione Russia fa registrare una contrazione dell’export lombardo verso la Russia del 27,1%.