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Attivazioni contratti di lavoro, nel II trimestre 2022 sono state 3 milioni e 452 mila

L’aumento delle attivazioni ha coinvolto in misura maggiore il Nord (+20,3%) rispetto al Centro (+19,9%) e al Mezzogiorno (+17,0%).

Mercato e Lavoro

Nel secondo trimestre del 2022, le attivazioni dei contratti di lavoro, calcolate al netto delle trasformazioni a Tempo Indeterminato, sono risultate pari a 3 milioni e 452 mila, in aumento del 17,2% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (pari a +507 mila contratti), e hanno riguardato 2 milioni e 536 mila lavoratori, con un aumento tendenziale di +12,7% (pari a oltre 285 mila individui).

Lo riporta la Nota trimestrale relativa al II trimestre 2022 riguardo le attivazioni, le trasformazioni a tempo indeterminato e le cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato.

Considerando anche le trasformazioni a Tempo Indeterminato, pari a oltre 221 mila, il numero complessivo di attivazioni di contratti di lavoro raggiunge 3 milioni 673 mila, in crescita del 19,1%, pari a 589 mila attivazioni in più rispetto al corrispondente periodo del 2021.

L’aumento delle attivazioni ha coinvolto in misura maggiore il Nord (+20,3%) rispetto al Centro (+19,9%) e al Mezzogiorno (+17,0%).

La crescita dei rapporti ha determinato un aumento della quota percentuale di attivazioni nei Servizi sul totale, pari al 76,1%, in aumento di 2,0 punti percentuali rispetto a quella osservata nello stesso trimestre dell’anno precedente. Le attivazioni nel settore delle Costruzioni, che rappresentano il 5,9% del totale, registrano nel secondo trimestre del 2022 una crescita tendenziale pari a +14,1%. Nel settore dell’Industria in senso stretto, che mostra un incremento del 20,4%, le attivazioni dei rapporti di lavoro delle donne presentano una variazione superiore (+26,9% a fronte di +17,9% per gli uomini). Il settore dell’Agricoltura, che con 364 mila attivazioni assorbe il 9,9% del totale, risulta stabile con un aumento dello 0,2%.

Le attivazioni dei contratti a Tempo Indeterminato, comprensive di 221 mila trasformazioni (di cui circa 183 mila da Tempo Determinato e oltre 38 mila da Apprendistato), determinano un complessivo flusso in ingresso verso il Tempo Indeterminato pari a 689 mila, in aumento tendenziale di 161 mila attivazioni (+30,6%), che risulta superiore rispetto alle 562 mila cessazioni a Tempo Indeterminato.

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