In termini tendenziali, l’aumento dell’occupazione (+571 mila unità, +2,6% in un anno) coinvolge soprattutto i dipendenti a termine (+384 mila, +14,3%.
Nel quarto trimestre 2021, l’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e del 6,2% rispetto al quarto trimestre 2020; un andamento coerente a quello dell’attività economica misurata dal Pil che è aumentato dello 0,6% in termini congiunturali e del 6,2% in termini tendenziali. Lo riportano le ultime rilevazioni dell'Istat. Dal lato dell’offerta di lavoro, nel quarto trimestre 2021 si registrano 80 mila occupati in più (+0,4%) rispetto al trimestre precedente. Crescono i dipendenti a termine (+80 mila, +2,7%) e, meno intensamente, gli indipendenti (+11 mila, 0,2%), mentre sono in lieve calo i dipendenti a tempo indeterminato (-11 mila, -0,1% in tre mesi). Al leggero aumento del numero di disoccupati si associa la riduzione degli inattivi di 15-64 anni (-233 mila, -1,8%). Rispetto a dicembre 2021, i dati mensili provvisori di gennaio 2022 segnalano una sostanziale stabilità del numero di occupati, la diminuzione dei disoccupati (-51 mila, -2,3%) e l’aumento degli inattivi di 15-64 anni (+74 mila, +0,6%). La stessa evidenza caratterizza l’andamento dei tassi: rispetto al terzo trimestre 2021, il tasso di occupazione 15-64 anni aumenta di +0,5 punti, raggiungendo il 59,1%, a fronte di una stabilità di quello di disoccupazione e una diminuzione di quello di inattività 15-64 anni. I tassi provvisori del mese di gennaio 2022 segnalano rispetto a dicembre 2021 l’invarianza del tasso di occupazione, la diminuzione di quello di disoccupazione (-0,2 punti in mese) e la crescita del tasso di inattività (+0,2 punti). In termini tendenziali, l’aumento dell’occupazione (+571 mila unità, +2,6% in un anno) coinvolge i dipendenti a tempo indeterminato (+188 mila, +1,3%) e, soprattutto, quelli a termine (+384 mila, +14,3%), mentre il numero di indipendenti resta stabile, dopo nove trimestri di calo ininterrotto; aumentano sia gli occupati a tempo pieno, sia quelli a tempo parziale (+2,1% e +4,7%, rispettivamente). In diminuzione il numero di disoccupati (-130 mila in un anno, -5,4%) e quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-728 mila, -5,4% in un anno). L’aumento tendenziale dell’occupazione si riflette sul tasso di occupazione che risulta in crescita di +1,9 punti rispetto al quarto trimestre 2020, a fronte della diminuzione dei tassi di disoccupazione e di inattività (-0,7 e -1,6 punti, rispettivamente). Dal lato delle imprese, nel quarto trimestre 2021 prosegue la crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti, pari a 0,5%; si registra un lieve rallentamento rispetto al trimestre precedente, che deriva sia dalla componente a tempo pieno – in aumento dello 0,7% – sia, in misura maggiore, dalla componente a tempo parziale, in aumento dello 0,2%. Anche su base annua prosegue il sostenuto ritmo di crescita delle posizioni dipendenti, che si attesta a +4,9% (+5,5% a tempo pieno e +3,3% a tempo parziale). Le ore lavorate per dipendente crescono dell’1,7% rispetto al trimestre precedente e del 5,1% su base tendenziale. Prosegue la riduzione del ricorso alla cassa integrazione che si attesta a 28,5 ore ogni mille ore lavorate. Il tasso dei posti vacanti aumenta di 0,1 punti percentuali su base congiunturale e di 0,9 su base annua. Il costo del lavoro per unità di lavoro diminuisce in termini congiunturali, dello 0,4%, per effetto della riduzione delle retribuzioni (-0,3%) e, in misura maggiore, degli oneri sociali (-0,9%). Su base annua, invece, il costo del lavoro aumenta dello 0,5%, a seguito della lieve crescita della componente retributiva (+0,2%) e, soprattutto, degli oneri sociali (+1,4%); l’aumento di questi ultimi è dovuto al riassorbimento delle decontribuzioni, messe in atto a partire dalla fine del 2020 per sostenere l’occupazione nelle imprese, fortemente compromessa dall’emergenza sanitaria.
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