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Congiuntura Confcommercio: PIL giù del 4,7% con nuovo stop a marzo

Allentamento delle restrizioni a febbraio non evita un forte calo dei consumi che per alberghi e attività legate al tempo libero arriva a -70%.

Mercato e Lavoro
"L’economia italiana si trova a rivivere oggi una situazione di menomazione produttiva simile per molti aspetti a quella di marzo e aprile dello scorso anno. I vincoli alla mobilità, le chiusure degli esercizi commerciali e dei luoghi di scambio sociale, seppure relativamente meno stringenti e più articolate sul territorio rispetto a quelle di un anno fa, sortiranno effetti molto problematici in quanto si innestano in un sistema economico già fortemente compromesso" sottolinea Confcommercio nel commentare i risultati di febbraio 2021 dell’Indicatore dei Consumi (ICC).
"A questo punto, è in discussione anche una previsione di crescita del PIL attorno al 4% per l’anno in corso. Si ampliano i divari tra settori: gran parte dei servizi di mercato si trovano ormai da un anno nell’impossibilità di operare mentre almeno alcuni settori dell’industria stanno recuperando le perdite registrate nei peggiori momenti dello scorso anno".
L’indicatore dei consumi di Confcommercio registra, nel confronto annuo, un calo del 12,2% sintesi di una riduzione del 28,2% per i servizi e del 5,8% per i beni.L’allentamento di alcune restrizioni, su gran parte del territorio, ha permesso, a febbraio, una ripresa in termini congiunturali dei consumi, favorendo il contenimento delle perdite su base annua rispetto alla pesante caduta registrata a gennaio (-17,5% dato rivisto al ribasso rispetto alla prima stima).
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