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Nel 2020 il PIL di Milano segna un crollo da record: -11%

Assolombarda: "Il recupero dei livelli di attività economica e occupazionale pre-pandemia avverrà solo nel 2023. Aumento di 122mila occupati tra il 2020 e il 2025".

Mercato e Lavoro
Nel 2020 il PIL di Milano ha registrato una caduta senza precedenti: sfiora il -11% in termini di valore aggiunto, più che in Italia e in Lombardia. Uno shock economico dovuto non solo all’elevata diffusione dei contagi ma anche correlato alla struttura produttiva della città, più orientata ai servizi, che ha patito maggiormente le limitazioni imposte dalla pandemia. Oggi le conseguenze del Covid, anche a livello sociale, accentuano la necessità di riprogettare la crescita della città nei prossimi anni, ridefinendo gli equilibri interni a Milano e con i territori circostanti. Investendo sulla ripresa economica e sul lavoro attraverso una rinnovata lettura del proprio posizionamento nel network globale.  Ripensando e potenziando il proprio modello di attrattivitàverso imprese, giovani, talenti, capitali e turisti, Così riparte Milano, dai suoi fondamentali, investendo sui suoi asset strategici come il lavoro, la mobilità, l’attrattività, l’inclusione.
È quanto emerso in occasione dell’evento “Your Next Milano”, promosso da Assolombarda e Milano & Partners, in live streaming sul web-magazine di Assolombarda Genio & Impresa, con l’obiettivo di promuovere un’occasione di confronto e di riflessione sul futuro della città. La pandemia, infatti, è stata innanzitutto un fenomeno urbano, proiettando le città dal loro caratteristico rumore a un inconsueto silenzio, da decenni di crescita a una indotta paralisi. Il Covid ha quindi rimesso al centro del dibattito il ruolo e i modelli di sviluppo delle città.
L’andamento economico e le previsioni dei prossimi anni, elaborate e presentate dal Centro Studi di Assolombarda e da Oxford Economics, evidenziano che il 2021sarà un anno di rimbalzo (+5,3% a Milano) anche se il recupero dei livelli pre-pandemia si stima avverrà solo nel 2023, raggiungendo entro il 2025 una crescita di PIL del +6% rispetto al 2019. 
Le stime, inoltre, raccontano di impatti e tempi di recupero estremamente diversi tra settori. Il manifatturiero (-9,5% della produzione, -7,9% del fatturato nel 2020 e -14% di export nei primi 9 mesi dell’anno) e i servizi alle imprese (-10% di fatturato nei primi 9 mesi del 2020) chiudono l’anno con perdite di produzione e fatturato importanti ma più contenute di quelle registrate dal commercio al dettaglio (-21% di fatturato escluso l’alimentare, da gennaio a settembre), dai servizi alla persona (-30% di fatturato nei primi nove mesi), dalla ristorazione e dall’hotellerie (-41% di fatturato tra gennaio e settembre).
Nel medio periodo, da qui al 2025, si stima una crescita di valore aggiunto pari a oltre 23 miliardi di euro, con i servizi alle imprese e il commercio che saranno le principali forze trainanti in termini di crescita economica. Anche l’industria manifatturiera, grazie all’aumento atteso della produttività, giocherà un ruolo importante nella crescita di Milano, andando a colmare il calo di attività subito nel 2020. Inoltre, uno dei settori strategici per la città come quello dell’informazione e della comunicazione registrerà la crescita percentuale più alta, con aumento del valore aggiunto dell’11% rispetto ai livelli pre pandemici. Infine, l’hospitality sarà trainante per l’economia di Milano e provincia, supportato dalla ripresa del turismo domestico e internazionale.
Sul lato occupazionale, è previsto un aumento di oltre 122mila occupati tra il 2020 e il 2025, con i settori dei servizi alle imprese e del commercio che contribuiranno maggiormente a questa crescita.  Anche i servizi alle persone, che attualmente contano 2/3 degli occupati donne, e l’hospitality, con 1/4 dei lavoratori under 30, avranno un ruolo importante nella ripresa e aiuteranno, rispettivamente, a ribilanciare l’occupazione tra i generi e a creare opportunità per i più giovani.
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