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Professionisti, CNA: uno su due si è dovuto fermare

CNA: "Complessivamente i professionisti non ordinisti sono pessimisti. L’82,1% si divide tra angosciati, preoccupati e smarriti. Convive con l’angoscia addirittura il 18,2% degli addetti ai servizi alla persona".

Mercato e Lavoro
"Un professionista non ordinista su due è stato costretto a fermarsi durante la crisi sanitaria. E tra quanti di loro sono stati nelle condizioni di continuare a lavorare solo poco più del 14% lo ha potuto fare senza apportare sostanziali modifiche alla sua organizzazione mentre il rimanente 36 l’ha dovuta cambiare in maniera profonda. Una situazione addirittura drammatica tra i professionisti che prestano servizi alla persona (attività eterogenee tra di loro, dal fotografo al cuoco, dal chinesiologo all’osteopata) bloccati dal confinamento nell’ordine del 79%".
A rilevarlo l’Osservatorio Professioni CNA 2020, nato nel 2015 per monitorare le professioni non ordiniste. 
"L’anno ha avuto per tutti un impatto sul fatturato molto pesante: nel primo semestre del 2020 il calo medio è risultato pari al 41,3% oscillando tra il -54,7% dei servizi alla persona e il -28,7% dei servizi alle imprese, universo questo che raggruppa i professionisti chiamati a sbrigare gli adempimenti burocratici tipici del mondo imprenditoriale, dai tributaristi ai tecnici della sicurezza. La situazione è apparsa meno pesante nel terzo trimestre, ma nonostante l’allentamento dei vincoli tra luglio e settembre il fatturato del settore in questo periodo è comunque diminuito del 32,8%. Ancora peggiori le previsioni per il quarto trimestre dell’anno: il calo medio è ipotizzato al -45%, frutto del -58,7% indicato dai professionisti che forniscono servizi alla persona e del -32,2% da quelli che prestano servizi alle imprese. Nonostante questo quadro molto allarmante, i professionisti non ordinisti (vale a dire non iscritti ad albi e collegi) sono determinati a continuare la propria attività professionale. E puntano ad ampliare la propria clientela lanciando iniziative promozionali (ma senza applicare sconti) e adottando nuove modalità organizzative, a partire dal lavoro da remoto" continua la CNA.
Quest’anno la quinta edizione dell’Osservatorio è dedicata alla situazione di tale realtà vasta ed eterogenea (CNA associa ben 39 categorie professionali) stretta nella tenaglia di crisi sanitaria e crisi socio-economica. Una realtà che tra il 2009 e il 2019 ha segnato una crescita impetuosa: in questi anni, a fronte dell’incremento complessivo dei liberi professionisti pari al 26,4% e di un calo del 6,3% del lavoro indipendente, è cresciuto del 57,2% il numero dei liberi professionisti non ordinisti. Alla fine del 2019, pertanto, erano 1,3 milioni questi lavoratori muniti di partita Iva che, non disponendo di un ordine e di una cassa previdenziale, versano i contributi alla Gestione separata Inps.
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