Dati più allarmanti per CIG e imprese: nel 2020, le ore autorizzate sono state 247 milioni a Milano, 65 a Monza, 20 a Pavia e 12 a Lodi, mentre si è registrato un drastico calo di iscrizioni al Registro delle imprese per quanto riguarda i servizi di alloggio e ristorazione (-35%), l’industria (-28%), il commercio (-16%) e le costruzioni (-14%).
Dopo la conclusione del 2020, un anno sicuramente più difficile degli altri per il sistema produttivo lombardo,
laripartenza nel 2021 è cauta, condizionata dall’evoluzione dell’emergenza sanitaria, dalla tempistica del piano vaccinale dalle misure di stimolo all’economia. È in questo clima d’incertezza che vanno inquadrate le stime formulate a dicembre 2020 per quanto riguarda il
calo del PIL che, secondo
Prometeia, è atteso al
-9,7% per la
Lombardia e al
-9,1% per l’
Italia, mentre la
ripresa parziale nel 2021 al
+5,2% per la
Lombardia e al
+4,8% per l’
Italia.
È quanto si legge sul booklet economico pubblicato su
Genio & Impresa, il
web magazine di Assolombarda. Non solo: a causa delle chiusure prolungate, continuano ad accusare il colpo i servizi legati al turismo, alla ristorazione e il commercio al dettaglio, come testimoniano i dati relativi alla demografia d’impresa.
Nel 2020, infatti,
le iscrizioni al Registro delle imprese in Lombardia sono calate del 18% rispetto al 2019.
Più nel dettaglio, il deterioramento ha colpito in maggior misura il
terziario, che ha registrato un
-35% nei servizi di alloggio e ristorazione, ma anche l’
industria (
-28%), il
commercio(
-16%) e le
costruzioni (
-14%).
Non stupisce quindi il
calo del clima di fiducia nel Nord-Ovest a gennaio sia lato imprese sia lato consumatori, le cui prospettive a breve termine rimangono piuttosto caute a causa del clima economico presente e futuro. Ma ci sono anche buone notizie: per far fronte alla crisi e supportare le imprese lombarde in questo momento difficile, si è assistito a un’accelerazione delle erogazioni alle stesse. Nei dati aggiornati a settembre 2020, l’
incremento complessivo dei prestiti è pari al +6,3% su base annua, in particolare per quanto riguarda i
servizi (
+8,8%) e la
manifattura (
+7,2%).
Dipendenti dall’andamento della pandemia anche i livelli di
mobilità e le ore di cassa integrazione. Negli spostamenti,
a inizio 2021 si rileva una mobilità complessiva più vicina alla normalità pre Covid, ma di fatto ancora molto ridotta soprattutto per quanto riguarda gli spostamenti verso i luoghi di lavoro, anche per effetto dell’ampia diffusione dello smart working.
Nella media lombarda, a fine gennaio 2021 si è registrato un -28% di mobilità rispetto a prima della pandemia, così come
Monza Brianza (-
28%) e
Lodi (-
27%), ma anche
Pavia (-
23%). A
Milano invece il divario e più ampio (
-35%): nel Comune rimane
molto basso l’utilizzo della metropolitana (-
70% in media a gennaio) a fronte di una ripartenza più marcata degli ingressi di autoveicoli in Area B e C, che pur sono inferiori rispetto a un anno fa (rispettivamente -10% e -27% circa nella seconda metà di gennaio 2021).
Lato
cassa integrazione, fra novembre e dicembre 2020 in Lombardia si è registrato un calo rispetto ai livelli elevati di ottobre. Tuttavia,
nel 2020 il ricorso all’ammortizzatore sociale della regione è ammontato a 716 milioni di ore, ovvero
più del doppio rispetto al picco annuo del 2010. In particolare, le ore di CIG autorizzate sono state
247 milioni a Milano, 65 milioni a Monza, 12 milioni a Lodi e 20 milioni a Pavia.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di
ImpresaCity.it iscriviti alla nostra
Newsletter gratuita.