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Saldi invernali 2021: il Covid taglia di un miliardo la spesa

Già partiti in Basilicata, Valle d’Aosta e Molise. Scende il giro di affari complessivo passando dai 5 miliardi del 2020 ai 4 di quest’anno

Mercato e Lavoro
Un calendario quello dei saldi invernali di quest’anno che si presenta come un vero rebus. Già iniziate le svendite in alcune regioni come Basilicata, Valle d’Aosta e Molise, ma sarà dal 7 gennaio, data di partenza ad esempio della Lombardia e del Piemonte, che si potranno fare gli acquisti veri e propri in saldo.
Anche quest’anno lo shopping dei saldi interessa oltre 15 milioni di famiglie e ogni persona spenderà circa 110 euro, muovendo però in totale 4 miliardi di euro contro i 5 miliardi dell’anno scorso: sono questi, secondo le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio, i numeri dei saldi invernali.
Quest'anno, a causa del drammatico momento che sta attraversando il settore moda per l'emergenza Covid-19 e delle conseguenti gravi restrizioni alle attività economiche, complice anche l'impossibilità di spostamenti da una regione all'altra per motivi di shopping, le regioni hanno assunto decisioni diverse sulla data di avvio dei saldi, rispondenti a specifiche esigenze territoriali”. Così Renato Borghi, Presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, commenta l’avvio dei saldi invernali 2021.
Il Decreto di Natale, inoltre, ha creato nuove incertezze anche sulle date di avvio dei saldi con un rischio evidente di arricchire ulteriormente i soli colossi del web, se non verranno posticipati almeno alla riapertura dei punti vendita fisici. Il 2021 – prosegue – inizierà comunque con un gennaio di saldi del buon auspicio, perché rappresentano un volano d'affari importante per l'economia e soprattutto un'opportunità per i consumatori che possono acquistare i prodotti tanto desiderati a prezzi ribassati. Ai negozi servono per incassare la liquidità necessaria per pagare tasse, dipendenti, fornitori, affitti, costi fissi e utenze, ma anche per far fronte agli investimenti necessari agli ordinativi delle nuove collezioni. Tuttavia, non rappresentano certo un momento di sviluppo perché erodono una marginalità divenuta sempre più di sopravvivenza. È importante, però – conclude Borghi – che l’Italia non si fermi ancora perché un nuovo lockdown rappresenterebbe un danno irreparabile per il settore moda. L’invito è poi rivolto ai consumatori per un acquisto in sicurezza e sostenibile, a chilometro zero presso i negozi di prossimità”.
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