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Istat: l'Italia torna in deflazione

A luglio 2020 indice per l'intera collettività (NIC) -0,2 su giugno e -0,4% in un anno.

Mercato e Lavoro
Nel mese di luglio, l'Istat stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,2% su base mensile e dello 0,4% su base annua (da -0,2% del mese precedente); la stima preliminare era -0,3%.
L’inflazione negativa continua a essere dovuta all’andamento dei prezzi dei Beni  energetici, che registrano però una flessione meno marcata (da -12,1% a -10,3%), sia nella componente regolamentata (da -14,1% a -13,6%) sia in quella non regolamentata (da -11,2% a -9,0%).
L’ampliamento della flessione si deve sia al rallentamento dei prezzi dei Beni alimentari (da +2,3% a +1,3%), causato da entrambe le componenti (gli Alimentari non lavorati, da +4,1% a +2,5%, gli Alimentari lavorati da +1,2% a +0,6%), sia all’ampliarsi della flessione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -0,1% a -0,9%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici decelerano quindi rispettivamente da +0,7% a +0,4% e da +0,9% a +0,6%.
L’inflazione acquisita per il 2020 è -0,1% per l’indice generale e +0,7% per la componente di fondo.
Rallentano i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +2,1% a +1,2%), mentre per quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto si osserva un’inversione di tendenza da +0,1% a -0,1%.
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