Confcommercio chiede tra l'altro l’utilizzazione degli strumenti di cassa integrazione e del fondo di integrazione salariale anche in favore dei dipendenti di micro e piccole imprese.
"Il protrarsi dell’emergenza Coronavirus oltre aprile-maggio potrebbe tradursi
in una riduzione del Pil dello 0,3-0,4% con un pesantissimo impatto nel turismo – a rischio, tra marzo e maggio, 21 milioni 700 mila presenze con una riduzione di spesa di 2,65 miliardi di euro - e nel settore dei pubblici esercizi che, con un rischio occupazionale già ora valutato in circa 100 mila unità, chiede il riconoscimento, a livello nazionale, dello stato di crisi": è quanto si legge in una nota di
Confcommercio che evidenzia come le linee di intervento, con una portata territoriale e temporale coerente con le connotazioni di una crisi che rischia di farsi sistemica, dovrebbero, tra l’altro, riguardare:
- la proroga delle scadenze fiscali e contributive;
- la moratoria dei mutui e l’attivazione del fondo centrale di garanzia;
- l’utilizzazione degli strumenti di cassa integrazione e del fondo di integrazione salariale anche in favore dei dipendenti di micro e piccole imprese;
- un sistema di indennità per i lavoratori autonomi;
- una mobilitazione straordinaria dei piani promozionali per l’export e della diplomazia commerciale a tutela del made in Italy e del turismo italiano;
- misure per il settore dei trasporti quali la sospensione delle tasse di ancoraggio nei porti, il rafforzamento della sanità marittima e la riduzione dei canoni di concessione demaniale per le imprese terminaliste dei porti.
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