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Digitale: 100 milioni di euro dalle Camere di commercio per le Pmi

Secondo i dati raccolti dal test SELFI4.0 sulla maturità digitale metà delle Pmi italiane ha già fatto il grande balzo verso l’economia 4.0.

Mercato e Lavoro
Cento milioni di euro nel prossimo triennio  per assistere la trasformazione digitale delle Pmi. A tanto ammonta lo sforzo delle Camere di commercio italiane impegnate da tempo nel sostegno alla transizione delle imprese del nostro Paese all’economia 4.0.
Ad annunciare l'approvazione del nuovo Piano triennale da parte del Ministero dello Sviluppo Economico è stato il Presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli, aprendo i lavori dell'assemblea dei Presidenti delle Camere di commercio. L’incontro è in corso a Treviso alla presenza, fra gli altri, del Ministro Stefano Patuanelli.  
Nello scorso triennio ci siamo impegnati soprattutto a favore della digitalizzazione e del Piano Impresa 4.0”, ha sottolineato Sangalli. “Abbiamo coinvolto oltre 70mila imprese aiutandole in questo percorso di transizione. Ora pensiamo di investire altri 100 milioni nei prossimi 3 anni in questo programma che si affianca alle linee di supporto alle imprese per l’internazionalizzazione, di sostegno ai territori per il turismo e di aiuto ai giovani nell’orientamento al lavoro. Questo nuovo e rilevante impegno rafforza il ruolo delle Camere di commercio e credo rappresenti  un investimento con un’alta redditività per il sistema delle imprese”.  
Sono già più di 70mila gli imprenditori che hanno fruito dei servizi dei Pid (Punti impresa digitale), creati dalle Camere di commercio per affiancare le imprese nel processo di digitalizzazione. Oltre 47mila hanno partecipato a corsi e agli eventi (in)formativi tematici organizzati dai Pid presenti in tutta Italia; 14mila imprese hanno misurato la propria maturità digitale con il test di autovalutazione SELFI4.0, disponibile su www.puntoimpresadigitale.camcom.it; circa 2.000 imprenditori hanno effettuato un assessment approfondito condotto dai Digital Promoter all’interno del network; oltre 10.000 aziende hanno avuto accesso ai quasi  60 milioni di euro stanziati attraverso voucher dai Pid per acquistare servizi di consulenza e formazione 4.0.  
La fotografia scattata a ottobre attraverso il test SELFI4.0 sulla maturità digitale delle nostre imprese mostra che meno della metà delle Pmi ha già fatto il grande balzo verso l’economia 4.0: il 32% è Specialista con una buona parte di digitalizzazione dei processi; il 7% è Esperto poiché applica con successo i principi di Impresa 4.0; solo il 3% è un Campione con una buona digitalizzazione dei processi e ricorso a tecnologie 4.0. Il 58%, al contrario, è ancora in una fase di avvio dell’esperienza digitale: il 9% è Esordiente, perché legato ad una gestione tradizionale dell'informazione e dei processi; il 49% è Apprendista, utilizza cioè strumenti digitali “di base”. 
Nei prossimi tre anni, i Pid avranno anche nuove e ulteriori mission. Tra queste, il sostegno all’utilizzo delle tecnologie di Impresa 4.0 per favorire approcci orientati alla sostenibilità e all’innovazione e il supporto alla crescita delle competenze professionali.  I Punti impresa digitale aiuteranno le imprese nello sviluppo di nuovi o più efficienti sistemi organizzativi per ridurre il più possibile tutte le forme di spreco (di materiali, risorse energetiche, tempi di trasporto e produzione) e affiancheranno le Pmi nella progettazione e creazione di nuovi prodotti o servizi più sostenibili sotto il profilo dell’impatto ambientale.  
Sul fronte delle competenze, attenzione speciale verrà dedicata al personale impiegato nelle Pmi. I Pid, infatti, metteranno a disposizione servizi di assessment destinati ai lavoratori, ai manager e agli impiegati per “misurare” le capacità digitali. L’obiettivo è di realizzare percorsi mirati di riqualificazione (re-skilling) e di aggiornamento (up-skilling) delle risorse umane dell’azienda, potenziando le competenze digitali orientate all’economia “verde” nelle professioni. Saranno inoltre favoriti i collegamenti delle imprese con gli Istituti tecnici superiori (Its) e con le Università (con particolare riferimento alle lauree STEM ad indirizzo scientifico-tecnologico).
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