Confcommercio: "Continua la stagnazione dei consumi (-0,3% mensile, 0,0% su anno). I beni per l'ICT continuano a mostrare una tendenza fortemente espansiva".
A maggio 2019 l'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) è diminuito dello 0,3% in termini congiunturali ed è rimasto invariato nel confronto con lo stesso mese del 2018. In termini di media mobile a tre mesi si conferma la progressiva tendenza al ripiegamento avviatasi a inizio 2019. La riduzione dello 0,3% registrata in termini congiunturali dall'ICC nel mese di maggio è sintesi di un deterioramento sia della domanda relativa ai servizi (-0,4%) sia di quella per i beni (-0,2%). Il dato è espressione di una generalizzata tendenza alla stagnazione delle diverse macro-funzioni di spesa. Solo per i beni ed i servizi per le comunicazioni si è registrata una variazione apprezzabile (+0,4%). Si sono registrate diminuzioni significative, rispetto ad aprile, per i beni e i servizi per la mobilità (-1,1%) e per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (-0,9%). Sull'andamento di quest'ultimo aggregato ha pesato una meteorologia sfavorevole. A maggio 2019 l'ICC è risultato invariato rispetto allo stesso mese dello scorso anno, evidenziando un brusco rallentamento rispetto ai mesi precedenti. Il dato deriva da una crescita dello 0,6% della domanda relativa ai servizi e da un calo dello 0,2% della spesa per i beni. Nel confronto con lo stesso mese del 2018 l'unico aumento di rilievo si conferma quello relativo alla spesa effettuata dalle famiglie per i beni e i servizi per le comunicazioni (+6,0%), al cui interno i beni per l'ICT continuano a mostrare una tendenza fortemente espansiva. Più contenuta è risultata la variazione registrata dai beni e i servizi per la cura della persona (+0,6%). Di entità ancora più modesta è stato l'incremento per i beni e i servizi ricreativi e per i beni e i servizi per la casa (+0,3%). Sostanzialmente ferma, nel confronto con maggio del 2018, la domanda per gli alberghi i pasti e le consumazioni fuori casa (+0,1%). Per contro sia per i beni e i servizi per la mobilità (-1,1%), sia per gli alimentari le bevande e i tabacchi (-0,9%) che per l'abbigliamento e le calzature (-0,6%) si registrano, nel confronto annuo, andamenti negativi di una certa entità a segnalare come siano i segmenti più "tradizionali" a pagare in questa fase di debolezza della domanda.
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