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Banche: Unimpresa, prestiti imprese crollati di 66 miliardi in 12 mesi

Il vicepresidente Pucci: "Dopo il Qe di Draghi, il buio. La situazione è grave e potrebbe peggiorare con la fine delle misure straordinarie della Bce".

Mercato e Lavoro
Strada sbarrata per le imprese italiane in banca negli ultimi 12 mesi: i prestiti alle aziende, nel corso dell’ultimo anno, sono calati di oltre 66 miliardi di euro (-9%) trainati al ribasso sia dai crediti a breve termine (-36 miliardi) sia dai finanziamenti di medio e lungo periodo (-30 miliardi). In discesa di 5 miliardi anche i prestiti alle famiglie, nonostante il credito al consumo (+7,9 miliardi) e i mutui (+3,9 miliardi), comparti che hanno evitato il tracollo e compensato il pesante calo registrato sul fronte dei prestiti personali (-16,3 miliardi). In totale, lo stock di impieghi al settore privato è diminuito di oltre 71 miliardi, passando da 1.363 miliardi a 1.292 miliardi: in media quasi 6 miliardi al mese tagliati ad aziende e cittadini.
Questi i dati principali del rapporto mensile sul credito realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo il quale negli ultimi 12 mesi, da marzo 2018 a marzo 2019, le rate non pagate (sofferenze) sono calate: nell’ultimo anno si è registrata una diminuzione di oltre 72 miliardi (-43,94%) da 164 miliardi a 91 miliardi.
“Siamo preoccupati: dopo il quantitative easing di Mario Draghi, vediamo solo il buio. La situazione in banca, per le imprese italiane, è già grave e potrebbe peggiorare ulteriormente, da gennaio, quando termineranno le misure straordinarie di politica monetaria attuate dalla Banca centrale europea. E poi ci sono le misure fiscali inserite nella legge di bilancio dal governo, contro gli stessi istituti bancari, che possono contribuire a creare problemi al motore del credito. Più tasse ai gruppi bancari, già alle prese con le tensioni sullo spread, si traducono gioco forza in una restrizione dei finanziamenti” commenta il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci.
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