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Commercio: Confesercenti, situazione di stallo, spesa famiglie debole

Confesercenti: "Bene flat tax, ma scambio con Iva improponibile, annullerebbe gli effetti positivi dello sconto fiscale".

Mercato e Lavoro
"Situazione ancora in stallo per le vendite al dettaglio: il dato di febbraio registra, infatti, un peggioramento rispetto al mese precedente, anche per quanto riguarda il dato in volume". Così l’Ufficio Economico Confesercenticommenta i dati Istat sul commercio al dettaglio.
"La dinamica delle vendite delle piccole superfici è negativa rispetto a gennaio e invece positiva, +1,6%, rispetto a febbraio 2018, che era stato un mese particolarmente negativo. Ciononostante il dato si ridimensiona se lo stimiamo in volume: pari a circa l’1%. Potremmo dire che una rondine non fa primavera: già in altre occasioni, infatti, si erano verificati degli aumenti delle vendite dei piccoli esercizi, che poi si sono rivelati dei fuochi fatui, rispetto ad una dinamica di fondo di stazionarietà complessiva, di aumento di alcuni format della grande distribuzione e di forte crescita del commercio elettronico. Non paiono, perciò, purtroppo esserci ancora le condizioni perché la spesa delle famiglie a breve si rafforzi, anzi, visto che tutte le previsioni di crescita del Pil per quest’anno non sono certo positive" continua Confesercenti.
"Intanto si attende l’approvazione del Documento di economia e finanza da parte del Governo. Il Paese è in recessione, serve quella spinta decisiva per invertire la tendenza e scongiurare la chiusura d’anno con il segno meno davanti al Pil. Ci auguriamo che le misure finora messe in campo diano quella sferzata ai consumi e agli investimenti, ma occorre agire anche sulla leva del fisco per cittadini ed imprese: l’introduzione della flat tax è un intervento senz’altro positivo, in grado di arrivare a generare fino a 12 miliardi di euro di consumi in più. Resta però il nodo del finanziamento della misura: uno scambio Iva/Flat tax sarebbe inaccettabile e annullerebbe gli effetti positivi dello sconto fiscale. Una mannaia sui consumi e sul Pil di cui pagherebbero il prezzo soprattutto i redditi più bassi e quindi da evitare in tutti i modi possibili" conclude Confesercenti.
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