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Accorso ABI e Assoconfidi per migliorare le condizioni di finanziamento delle Pmi

Tra i temi oggetto dell’accordo c'è la definizione di una struttura tipo di operazione di “garanzia di portafoglio” che preveda il coinvolgimento dei confidi.

Mercato e Lavoro
L’Associazione Bancaria Italiana e Assoconfidi hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa con il quale si intende rilanciare la collaborazione tra banche e confidi sui territori, al fine di migliorare le condizioni di finanziamento delle micro, piccole e medie imprese.
L’impegno delle due associazioni è quello di lavorare insieme per valorizzare l’attività e la garanzia dei Confidi, nel quadro del nuovo scenario disegnato dalla riforma del Fondo di garanzia per le PMI e dalla diffusione degli schemi operativi delle garanzie di portafoglio. Per questo è anche prevista la costituzione di un tavolo di confronto, nel quale portare avanti le iniziative indicate nell’accordo e discutere gli eventuali nuovi temi di comune interesse.
Tra i temi strategici oggetto dell’accordo ci sono in particolare:
- Lo sviluppo delle cosiddette “operazioni finanziarie a rischio tripartito”, previste dalla riforma, del Fondo di garanzia delle PMI (nella realizzazione di tali operazioni sono coinvolte con una quota di rischio di pari importo, banche, confidi e Fondo di garanzia PMI);
- la definizione di linee guida per il rinnovo delle convenzioni in essere tra Banche e Confidi, che tengano conto del nuovo quadro normativo-regolamentare;
- la promozione di un efficiente utilizzo delle risorse pubbliche e private anche attraverso modelli condivisi di finanziamento del Fondo di Garanzia per le PMI come ad esempio le Sezioni speciali regionali;
- la definizione di una struttura tipo di operazione di “garanzia di portafoglio” che preveda il coinvolgimento dei confidi e possa essere adottata dalle Regioni in relazione a portafogli di finanziamenti bancari a piccole e medie imprese;
- lo sviluppo di un regolare scambio di flussi informativi tra banche e confidi, che consenta, in particolare, a questi ultimi di poter quantificare la propria esposizione al rischio di credito e adempiere correttamente agli obblighi segnaletici nei confronti dell’Autorità di Vigilanza.
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