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Congiuntura Confcommercio: stagnazione più che recessione

Il clima di fiducia di imprese e famiglie ha segnalato, nel mese di febbraio un peggioramento.

Mercato e Lavoro
A febbraio 2019 l'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha segnalato una diminuzione dello 0,1% in termini congiunturali e un aumento dell'1,0% nel confronto con lo stesso mese del 2018. In termini di media mobile a tre mesi, dopo il recupero degli ultimi periodi l'indicatore ripiega moderatamente.
"Stagnazione più che recessione". Così Confcommercio classifica la prima parte del 2019 sulla base dei dati congiunturali, certo non soddisfacenti e ampiamente contradditori. Sul fronte dei consumi, nonostante un andamento complessivamente non favorevole, si apprezza qualche elemento di vivacità, sintomo del tentativo delle famiglie di reagire ad una situazione di perdurante fragilità delle aspettative. 
Nel mese di gennaio la produzione industriale è tornata a crescere, dopo un quadrimestre negativo, registrando, al netto dei fattori stagionali, un +1,7% su base mensile. Ciò nonostante permane, su base annua, una tendenza alla riduzione (-0,9%). L'occupazione si è confermata stabile rispetto al mese precedente, e in crescita nel confronto annuo (+0,1% su base mensile, +0,7% rispetto a gennaio 2018).
Il clima di fiducia di imprese e famiglie ha segnalato, nel mese di febbraio un peggioramento. La fiducia delle famiglie è calata dell'1,3% congiunturale, mentre il sentiment delle imprese ha continuato a patire la debolezza del quadro economico, con un calo dello 0,8%. Solo la fiducia delle imprese al dettaglio ha mostrato un miglioramento (2,4% m/m).
A febbraio 2019 l'ICC è risultato, nel confronto su base annua, in aumento dell'1,0%, in rallentamento rispetto a gennaio. Il dato dell'ultimo mese è sintesi di un'evoluzione positiva sia della domanda relativa ai servizi (+1,5%), sia della spesa per i beni (+0,9%). In linea con quanto rilevato nei periodi più recenti sulla tenuta di quest'ultima componente ha influito l'andamento della domanda di beni inclusi nella mobilità e nelle comunicazioni.
Queste due funzioni di consumo fanno segnare rispettivamente, a febbraio, variazioni pari al +6,4% e al +4,7%.
Andamenti positivi si sono registrati anche per gli alberghi i pasti e le consumazioni fuori casa (+1,6%). Decisamente più contenuti sono risultati i tassi di crescita per i beni e i servizi per la casa (+0,5) e per i beni e i servizi ricreativi (+0,3). La domanda per i beni e i servizi per la cura della persona è risultata stabile.
Per contro, la domanda relativa agli alimentari, alle bevande e ai tabacchi (-1,5%) e all'abbigliamento e alle calzature (-0,2%) continua a segnalare una tendenza alla riduzione.
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