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Abi: nel prossimo biennio ancora in calo le nuove sofferenze delle imprese

Nel 2020 l’incidenza delle nuove sofferenze avrà tassi vicini ai livelli pre-crisi per le società con almeno 10 addetti, per quelle che operano nell’industria e quelle localizzate al Nord.

Mercato e Lavoro
Per il secondo anno consecutivo, nel 2018 sono diminuite decisamente le sofferenze accumulate dalle banche italiane (-39% circa in termini netti), con un calo di 25 miliardi rispetto a settembre 2017. Ciò è stato favorito, da un lato, da operazioni di dismissione degli NPLs da parte delle banche e, dall’altro, dalla confermata riduzione dei nuovi flussi di crediti in sofferenza. Di pari passo sono diminuiti i crediti deteriorati, cioè scaduti o con alte probabilità di non essere saldati.
L’andamento positivo è dovuto soprattutto ai miglioramenti registrati nelle imprese: il tasso di deterioramento per le società non finanziarie, che descrive la quota di crediti in bonis passati allo status di deteriorati, è sceso dal 3,4% dell’ultimo trimestre 2017 al 2,8% del terzo trimestre 2018 (era il 4% nel terzo trimestre 2008). Tale riduzione è stata in parte spinta dalla congiuntura economica favorevole, ma anche dalla più attenta selezione nella concessione del credito alle imprese.
Queste le principali evidenze emerse dal nuovo Outlook ABI-Cerved sulle sofferenze delle imprese (edizione di dicembre 2018 con dati aggiornati al 30 settembre 2018), che grazie alle nuove informazioni sui bilanci, sui default e sullo scenario macroeconomico aggiorna i dati 2017, fornisce stime per il 2018 e previsioni per il biennio 2019-20.
Nel 2018 è anche proseguito il calo dei tassi di ingresso in sofferenza: dal 2,8% del 2017 al 2,4% (dato stimato) del 2018, con una diminuzione che ha riguardato tutte le dimensioni di impresa, tutti i settori economici e tutte le aree territoriali. Le previsioni elaborate in base ai modelli ABI-Cerved indicano che la discesa proseguirà anche nel prossimo biennio in tutta l’economia, anche se a ritmi più lenti rispetto a quanto previsto nel precedente Rapporto di
febbraio 2018: nel 2020 l’incidenza delle nuove sofferenze si attesterà al 2,1%, con tassi vicini ai livelli pre-crisi per le società con almeno 10 addetti, per quelle che operano nell’industria (in particolare le aziende manifatturiere di piccole e medie dimensioni) e quelle localizzate al Nord.
Le microimprese, le società del Centro-Sud e quelle di costruzioni, comunque, si allontaneranno dai picchi di rischio raggiunti in piena crisi.
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